“Una rappresentanza diplomatica o ufficiale degli Stati Uniti significherebbe trattare l’Olimpiade (invernale di Pechino n.d.r.) con normalità di fronte ai pesanti abusi dei diritti umani da parte del governocinese e dalle atrocità dello Xinjiang e semplicemente non possiamo farlo“. Sono le parole che il responsabile delle relazioni con la stampa della Casa Bianca, Jen Psaki, ha rivolto ai giornalisti durante l’ultimo briefing ufficiale. Fonti della Cnn hanno poi riferito l’annuncio potrebbe arrivare dall’amministrazione Biden potrebbe ufficializzare l’assenza di funzionari governativi americani all’Olimpiade di Pechino, che si disputeranno dal 4 al 20 febbraio 2022.
USA vs Cina: l’Olimpiade invernale tra sport e scontro politico
Non è più solo un evento sportivo e dalla Cina sono arrivate subito le parole del portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, che ha spiegato come il paese sia pronto “a prendere delle contromisure“. Che ha ribadito come il boicottaggio sarebbe “una beffa per lo spirito delle Olimpiadi, una provocazione politica e un’offesa per 1,4 miliardi di cinesi“. Pechino torna a sottolineare come i Giochi non siano “un palcoscenico per spettacoli o manipolazioni politiche“, e “smettere di politicizzare lo sport e di promuovere il cosiddetto `boicottaggio diplomatico´ dei Giochi per evitare ripercussioni sul dialogo e la cooperazione tra Cina e Usa“.
Dall’Australia comincia a filtrare la possibilità che venga assunta una decisione simile a quella americana per la prossima Olimpiade Invernale. Pesa poi senza dubbio, per tutto il mondo dello sport e non solo, il caso Peng Shuai. La tennista cinese, ex n.1 del mondo in doppio, scomparsa dopo aver denunciato via social l’aggressione sessuale da parte di un alto funzionario del governo. Poi riapparsa in filmati diffusi dalla stampa cinese e mai verificati. L’associazione che governa il tennis femminile – WTA – ha annunciato pochi giorni fa lo stop ai tornei nel paese per la prossima stagione, e oggi molti media hanno diffuso integralmente il messaggio di denuncia della violenza.
L’ombra del caso Peng Shuai sull’Olimpiade invernale. La traduzione integrale del post-denuncia del 2 novembre
“Non è facile parlarne, ma voglio che venga fuori. Fino a che punto mi sento ipocrita. Confesso di non essere una brava ragazza, anzi, sono una cattiva, una pessima ragazza. Circa tre anni fa tu, vice premier Zhang Gaoli, sei andato in pensione e hai chiesto al dottor Liu, del Tianjin Tennis Centre, di contattarmi per fissare una partita di tennis con me, al Kangming Hotel di Pechino. Dopo aver giocato a tennis la mattina, tu e tua moglie Kang Jie mi avete condotto a casa vostra. Poi tu mi hai portato in una stanza e, proprio come a Tianjin più di dieci anni fa, mi hai detto che volevi fare sesso con me.
Ero molto spaventata quel pomeriggio, non mi aspettavo che la cosa potesse accadere così, con una guardia fuori della porta, perché era impossibile far credere che tua moglie avrebbe acconsentito a una cosa del genere. Avevamo fatto sesso una volta, sette anni prima, e poi tu eri andato a Pechino per partecipare alla commissione permanente del Partito Comunista. Da molto tempo avevo sepolto la nostra storia nel mio cuore, visto che non avevi intenzione di accollarti nessuna responsabilità. Ma allora, perché sei venuto a cercarmi nuovamente, per portarmi a casa tua e costringermi a fare sesso con te?
Peng: “Anche a rischio della vita, voglio dire la verità su di te”
Non ho nessuna prova, ed è stato impossibile conservare qualunque traccia dell’accaduto. Quel pomeriggio, sulle prime ti ho detto di no e sono scoppiata a piangere. Ho cenato con te e tua moglie, Kang Jie. Hai continuato a parlare e a dire tante cose, per scacciare i pensieri dalla mia mente. Dopo cena, hai detto che non mi avevi mai dimenticata in quei sette anni, e che avrei dovuto essere carina con te, e via dicendo… Mi sentivo invadere dal panico, ma ho ceduto. Sì, abbiamo fatto sesso. Da quel giorno, ho sentito di nuovo sbocciare l’amore per te (…). Anche a rischio della vita, voglio dire la verità su di te.
La sera del 30 ottobre 2021 abbiamo litigato. Tu hai detto che saremmo andati a casa tua il pomeriggio del 2 novembre per chiarire ogni cosa. Oggi, a mezzogiorno, mi hai chiamato per dirmi che sei molto occupato e che ci sentiremo più avanti. E sei «sparito» nuovamente, come avevi fatto sette anni fa. Hai detto che non c’era nessun impegno tra di noi. Avevi sempre paura che avrei portato con me un registratore, per raccogliere prove. Non ho nulla per provare quanto è accaduto, né audio, né video, solo l’esperienza reale della mia vita stravolta. Ma anche se rischio di disintegrarmi, come un uovo scagliato contro una roccia, sono pronta a dire la verità sul tuo conto. Negherai o passerai al contrattacco. Io sono una cattiva ragazza, che non merita di diventare madre. Tu sei padre di un figlio e di una figlia. Dopo tutto quello che hai fatto in questa vita, saprai guardarli in faccia con la coscienza tranquilla?”
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