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Centrodestra, Meloni lancia Berlusconi al Colle: “È un patriota”. Salvini: “Tavolo con tutti i leader”

La leader di FdI prova a misurare il suo peso politico nella corsa al Quirinale mentre la Lega cerca la mediazione. I renziani non escludono nulla

Chiusura col botto per Atreju: alla festa di partito di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni lancia Berlusconi al Quirinale, come prossimo Presidente della Repubblica dopo Sergio Mattarella. “La pacchia è finita – dice – nelle prossime elezioni del Quirinale il Centrodestra ha i numeri per essere determinante“. “Noi vogliamo un presidente eletto per fare gli interessi nazionali e non del Pd. Non accetteremo compromessi, vogliamo un patriota“. A chi le chiedeva se Silvio Berlusconi possa dirsi un Capo di Stato patriota, Meloni ha risposto in modo esplicito.

Il Centrodestra fra Berlusconi e Draghi

Berlusconi, ragiona la leader di Fratelli d’Italia, ha subìto la cacciata delle “consorterie europee“. E ciò perché “non firmava trattati poi firmati da Mario Monti, quindi ha difeso l’interesse nazionale assolutamente“. E ha aggiunto: “Non abbiamo mai definito Berlusconi un candidato di bandiera. È un nome che compatta il Centrodestra. Poi sappiamo che serve una convergenza di numeri, ma rispecchia quello che stiamo cercando“. “Sulla vicenda di Draghi: io sto all’opposizione del Governo” spiega ancora Giorgia Meloni a Mezz’ora in più, su Rai Tre. “Quando ho parlato di Draghi al Quirinale, anche se non si sa cosa voglia fare, io ho detto che aprirebbe con maggiore facilità la strada delle elezioni anticipate. E noi siamo favorevoli al voto. Ma noi apriremmo comunque il tema, anche con Draghi a Palazzo Chigi, il suo mandato è legato a quello di Mattarella“.

Ma Salvini vuole dialogo con tutti

A dimostrazione che però il Centrodestra non è così compatto come sembra dietro la candidatura di Berlusconi al Quirinale, c’è l’iniziativa politica di Matteo Salvini. Il segretario della Lega fa sapere che domani 13 dicembre chiamerà “i segretari di tutti i partiti, dal più piccolo al più grande, per dire ‘sediamoci intorno a un tavolo e parliamo’.” Una mediazione che sembra un’apertura all’idea vagheggiata in questi giorni da Enrico Letta (PD), ma anche da Matteo Renzi (IV) di eleggere il prossimo Presidente della Repubblica “a larga maggioranza” coinvolgendo anche l’opposizione (cioè FdI). “Non voglio un presidente della Repubblica amico della Lega – dice Salvini – ma che garantisca tutti. E che dia a chiunque vinca le prossime elezioni il diritto di governare il Paese“.

Renzi, fra Centrodestra e Centrosinistra

Dal canto suo Matteo Renziking maker dell’elezione di Sergio Mattarella al Colle nel 2015, in veste di premier e segretario PD – in un’intervista a Le Iene non indica la sua preferenza. Ma dichiara che “Casini, come Violante o Marcello Pera hanno chances in quanto “hanno una caratteristica” perché “nella storia italiana uno che ha fatto il Presidente della Camera e del Senato di solito è considerato un arbitro e hanno una carta in più“. A supporto della sua tesi, il fondatore di Italia Viva elenca i precedenti di Pertini, Cossiga, Scalfaro e Napolitano. Sulle possibilità di Berlusconi, candidato del Centrodestra? Renzi resta vago. “Ha poche chances? Non ho detto questo”. Al Ilfattoquotidiano.it dichiara inoltre che “se Draghi rimane presidente del Consiglio son contento. Se diverrà Presidente della Repubblica farebbe bene anche lì“. Dove andrà? “Tra un mese lo dico“.

Sergio Mattarella e Mario Draghi al Quirinale

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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