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Nostradamus, il grande scienziato passato alla storia come profeta

Perché di lui ricordiamo le profezie? E perché non si parla della sua conoscenza scientifica?

Leggendo il nome di Nostradamus ci si aspetta di leggere di profezie e calamità che potrebbero colpire il prossimo 2022. Eppure Michel de Nostredame – questo è il suo nome di battesimo – è stato un grande conoscitore della scienza e delle medicina del suo tempo. Una personalità di vastissima cultura che, probabilmente fraintesa nella sua essenza reale, è passata alla storia come un profeta da confutare.

Chi era davvero Nostradamus?

Nato da una ricca famiglia borghese a Saint Rémy de Provence il 14 dicembre del 1503, Nostradamus è stato un uomo di cultura del suo tempo. Una cultura che, però, è stato in grado di superare proprio perché ha saputo volgere uno sguardo al passato e alla conoscenza degli antichi popoli. E già nel suo nome sembrava essere scritto il paradigma della sua esistenza. Il nonno, infatti, si chiamava Guy Cassonet ed era un medico ebreo che, dopo la conversione al Cristianesimo, aveva cambiato il suo nome in Pierre de Nostredame.

Medioevo scienza

Il nome Nostradamus, poi, è diventato un vero e proprio gioco di parole latine, nato dall’unione della voce verbale “damus” (noi diamo) e da “nostra” (le cose che ci appartengono). Un nome parlante, dunque, che significava “noi diamo il nostro sapere“. E proprio al sapere, infatti, ha dedicato tutta la sua vita, fin dai suoi studi ad Avignone, dove ha perfezionato la conoscenza del latino. Poi, a partire dalla peste del 1521, ha continuato con una serie di viaggi grazie ai quali ha affinato le sue conoscenze. E nel 1529 ha deciso di iscriversi alla facoltà di medicina di Montpellier.

Fin dai tempi dei suoi studi universitari, ha dimostrato una propensione alla praticità ai fini della conoscenza. Sospettoso nei confronti delle nozioni accademiche, infatti, si mise a studiare i metodi naturali raccomandati nelle opere degli scrittori antichi. A differenza dei suoi colleghi, conosceva i benefici dell’igiene e pretendeva il rispetto di norme igieniche inusuali per il suo tempo (come lavare le mani). Era contrario alla pratica medica del salasso, molto usata al suo tempo e poi condannata dalla medicina moderna. Per combattere la febbre utilizzava un decotto di scorza di salice, da cui ricavava l’acido acetilsalicilico, oggi contenuto in tutte le aspirine.

Da medico a profeta: cosa è successo?

Dopo la laurea in medicina, però, la sua sete di conoscenza non si è saziata. Ha continuato a viaggiare e a vivere come matematico, insegnante di francese, botanico e astronomo. Dopo aver viaggiato per le maggiori capitali europee, si è stabilito a Salon. E lì ha redatto le opere più famose, quelle che l’hanno trasformato da scienziato in “profeta”.

Nel 1550, infatti, Nostradamus ha pubblicato le Pronosticationes, che contenevano previsioni meteorologiche per l’anno successivo. Nel 1555, invece, ha pubblicato le celebri Centurie, che gli hanno procurato la fama di profeta del suo tempo. L’opera, infatti, presenta una serie di quartine enigmatiche suddivise in 10 gruppi da 100, scritte con un linguaggio volutamente criptico per evitare di avere problemi con l’Inquisizione.

 

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Non è stato, infatti, un uomo che faceva profezie, quanto più uno studioso di scienza e astronomia che sapeva interpretare i fenomeni e traduceva in maniera criptica cose che non potevano essere dette al suo tempo. Pertanto possiamo dire che le sue, più che predizioni, siano state deduzioni. A partire dalla sua morte, avvenuta il 2 luglio 1566 a Salon, i suoi seguaci hanno provato a interpretare gli scritti, dando vita alla sua interpretazione come visionario.

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Roberta Gerboni

Beauty & Royal affairs

Siciliana, vive a Roma. Appassionata di scrittura e giornalismo fin da giovane, inizia il proprio percorso in redazione a 17 anni, occupandosi di cultura e attualità. Per tre anni redattore del Corriere di Gela, si è dedicata alla redazione di articoli per varie testate online.
Laurea Magistrale con Lode in Lettere Classiche all' Università degli Studi di Siena, dopo aver conseguito la laurea triennale in Lettere a Catania.
Appassionata di salute, bellezza e delle vite dei reali di tutto il mondo.

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