Potrebbe risultare impossibile per Patrick Zaki raggiungere l’Italia prima della fine del processo a suo carico, con l’eventuale assoluzione. E non è affatto detto che il procedimento termini all’inizio del nuovo anno, vale a dire quando riprenderanno le udienze del tribunale. All’Ansa fonti dall’Egitto, che hanno chiesto l’anonimato, hanno riferito che Zaki, adesso scarcerato, è su una black list. In pratica gli sarà impedito, per il momento, di espatriare.
“Zaki non può viaggiare”
“Sì, è nella lista nera“, hanno detto le fonti all’agenzia di stampa, contraddicendo quanto sostenuto da Patrick di recente in Tv. “Non potrà andarsene fino a dopo la fine del processo“, hanno aggiunto, ammettendo di non sapere se il ricercatore abbia il passaporto o meno. “Ma non importa, perché gli è vietato viaggiare” all’estero, hanno ribadito. Intervistato da Fabio Fazio a Che tempo che fa domenica sera 12 dicembre, Zaki si era invece detto sicuro di non avere per il momento nessun divieto. “Credo di poter venire in Italia al più presto“, aveva quindi aggiunto lo studente.
Il processo e la difesa di Patrick
La prossima udienza del processo dove lo studente egiziano dell’Università di Bologna è imputato per “diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese” si terrà il primo febbraio 2022. Ma il sistema giudiziario del Cairo è avvolto dall’incertezza. Non vi sono previsioni attendibili sulla durata del processo. In quell’occasione la difesa dovrebbe presentare una già preannunciata memoria difensiva. Durante l’udienza dello scorso 7 dicembre – in cui ha ottenuto la scarcerazione avvenuta il giorno dopo – la sua avvocatessa, Hoda Nasrallah, ha invece chiesto l’acquisizione di riprese di telecamere di sorveglianza dell’aeroporto del Cairo. Ma anche di un rapporto dei servizi segreti interni e di un verbale di polizia. Il tutto per dimostrare che tra il 7 e l’8 febbraio 2020 Patrick fu arrestato illegalmente.
Zaki rischia ancora 5 anni
Il capo del pool difensivo ha domandato anche gli atti di un vecchio processo e la convocazione di un testimone per dimostrare che l’articolo scritto da Zaki non esprimeva falsità. L’attivista rischia altri 5 anni di prigione oltre ai 22 mesi già passati in custodia cautelare. “Nessuna meraviglia, purtroppo – spiega all’Ansa Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International in Italia – Patrick è imputato in un processo di fronte a un tribunale d’emergenza e, in tale condizione, gli è vietato lasciare il Paese. C’è da sperare che quel ‘presto’ che ha auspicato, e che noi auspichiamo con lui, arrivi veramente presto, dopo l’udienza del primo febbraio. Nel frattempo occorrono pazienza e speranza“.
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