È il 17 dicembre del 1936 quando Jorge Mario Bergoglio, oggi Papa Francesco, nasce in Argentina; dalle origini italiane, lui che di un Santo italiano ha scelto il nome da Pontefice. Ed è il 23 marzo del 2013, quando in una Piazza San Pietro gremita di gente, dopo due fumate nere, arriva finalmente quella bianca che indica l’inizio di una nuova era; l’era di un Papa che succede per la prima volta ad un Papa emerito (Benedetto XVI), l’era di un Papa che arriva dall’America Latina, l’era di Francesco: l’uomo dell’innovazione e del cambiamento.
Papa Francesco, tra futuro e speranza
Io c’ero e ricordo ancora l’emozione immensa, in quella serata romana bagnata dalla pioggia fitta, in cui un uomo dall’accento spagnolo si affaccia e saluta tutti con un semplice “Buonasera!”. Un uomo che nel suo pontificato ha rinvigorito il seme del rinnovamento e come lui stesso si è definito, l’uomo che è arrivato dalla “fine del mondo“. Ha vissuto nella storia, in un’epoca attraversata dalla Seconda Guerra Mondiale, la Guerra Fredda e oggi da una Pandemia e nella sua vita ha messo il germoglio di qualcosa che, non solo per i cattolici, può essere simbolo di futuro e speranza.
Il 21 febbraio del 2001 Papa Giovanni Paolo II, nell’omelia in occasione del Concistoro ordinario pubblico, sottolineava l’importanza del giorno. “Oggi è festa grande per la Chiesa universale, che si arricchisce di quarantaquattro cardinali“; tra di loro Jorge Mario Bergoglio, allora arcivescovo di Buenos Aires. “La Roma cattolica – aggiunge Papa Wojtyła, Santo nominato proprio da Papa Francesco – si stringe attorno ai nuovi cardinali in un abbraccio caloroso, nella consapevolezza che si sta scrivendo un’altra pagina significativa della sua storia bimillenaria“. Un discorso proiettato al futuro, in quel seme che Papa Bergoglio oggi ha raccolto; un mondo che ha bisogno d’amore e di denuncia verso la cultura dello scarto, promuovendo, invece, quella dell’inclusione e della fratellanza.
Nel segno dell’umiltà
Dell’umiltà Papa Francesco ne ha fatto ‘stendardo’; prima scegliendo il nome di un Santo che ha vissuto per i poveri e con i poveri, San Francesco D’Assisi, e poi vivendo una vita modesta. Quando nel 1998 è nominato arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio sceglie, per esempio, di abitare in un appartamento e di prepararsi la cena da solo; una scelta semplice che Papa Francesco volle spiegare, una volta, con parole altrettanto semplici: “La mia gente è povera e io sono uno di loro“.
Più volte, nel corso del suo Pontificato, Papa Francesco mostra la sua appartenenza al popolo, non solo al popolo di Dio, ma al popolo dell’umanità. Una preghiera per i deboli, per gli indifesi, per gli emarginati; le visite ai migranti, ai poveri, le porte di Piazza San Pietro aperte ai senza tetto. Questo è Papa Francesco l’uomo dai discorsi che arrivano dritti al cuore e alla mente, senza mezze misure e senza pretese; perché ogni suo Angelus mostra la concretezza di un uomo che non si mostra custode di tutte le conoscenze, ma di tanta fede. E, infatti, ogni suo saluto termina sempre con quel accorato, gentile e umano: “Ricordatevi di pregare per me“.
Lo speciale di Sky TG24
In occasione dell’85esimo compleanno di Papa Francesco, Sky TG24 racconta, in uno speciale suddiviso in sei capitoli, Il Mondo di Francesco, il Pensiero del primo Papa gesuita e latinoamericano della storia. Si tratta di uno speciale firmato dal vaticanista Stefano Maria Paci, con la collaborazione di Laura Ceccherini e a cura di Roberto Palladino, che andrà in onda sul canale di news proprio il 17 dicembre.
Un documentario che racconta l’uomo prima del Papa, ‘l’uomo nel Papa’. Come si legge nel comunicato che lancia lo speciale: “Il pontificato è per Papa Francesco un modo di esprimere il suo essere sacerdote e non semplicemente una carica da ricoprire“. Ed è a questo che s’ispira il progetto dedicato al Santo Padre che dalla tutela per l’ambiente, alle riforme nella Chiesa, dai dialoghi interreligiosi ai discorsi con i leader politici, dimostra di mettere concretezza e azione in ogni sua parola.
Le interviste e le testimonianze
Ad arricchire lo speciale di Sky TG24 diverse interviste come quella al Direttore di Civiltà Cattolica Padre Antonio Spadaro; ma anche Domenico Giani, per 13 anni comandante della Gendarmeria Vaticana, a fianco di Francesco in ogni viaggio apostolico e l’arcivescovo di Bologna, il Cardinale Matteo Maria Zuppi. Inoltre, come spiega ancora la nota, il documentario riserva un approfondimento anche al complicato e drammatico tema della pedofilia con Padre Hans Zollner, incaricato da Francesco di guidare l’Istituto di ‘Antropologia, studi interdisciplinari sulla dignità umana e sulla cura delle persone vulnerabili’ presso l’Università Gregoriana.
Al centro dello speciale anche il viaggio a Lampedusa del 2013 attraverso il ricordo del Direttore Generale di Save the Children Daniela Fatarella. E per restituire, ancora una volta, quell’umanità che caratterizza Papa Francesco, la testimonianza di Andrea Rubera, padre di tre figli assieme al marito, che ricevette da Francesco una telefonata per parlare dei suoi dubbi di cattolico omosessuale rispetto proprio all’educazione dei figli.
Una ‘rivoluzione pacifica’
Bergoglio è, forse, il Pontefice tra i più rivoluzionari, ma la sua ‘rivoluzione’ è, diretta sì, ma pacifica. “Francesco è l’uomo della pace – disse nel 2013 spiegando la scelta del suo nome da Papa -. E così è venuto il nome nel mio cuore: Francesco di Assisi. È per me l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato“.
Papa Francesco è, senza dubbio, un simbolo per i fedeli; ma la sua potenza espressiva, la sua capacità di dialogo e di redarguire, qualora lo ritenga necessario, sono, forse, da monito anche per chi non condivide la stessa fede. Poiché Papa Bergoglio ci fa riflettere sulla potenza dell’accoglienza; così dalle sue stesse parole si può concludere: “Dialogare significa essere convinti che l’altro abbia qualcosa di buono da dire, fare spazio al suo punto di vista, alla sua opinione, alle sue proposte, senza cadere, ovviamente, nel relativismo. E per dialogare bisogna abbassare le difese e aprire le porte“.
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