Le Cattedrali Letterarie Europee 2021, i premiati: Kim Rossi Stuart, Umberto Galimberti e Miguel Benasayag
Nella splendida cornice romana del Teatro Basilica si è celebrata l'eccellenza di alcuni personaggi particolarmente amati e apprezzati nel loro settore
Siamo all’interno del suggestivo Teatro Basilica situato alle Porte di Piazza San Giovann a Roma nel quale si è celebrato Le Cattedrali Letterarie Europee 2021, evento promosso dall’associazione Eureka, fondata da Marco Ghitarrari e Pierluigi Pietricola, presidente e vice presidente del Premio Internazionale, che anche quest’anno si propone una sfida importante, ovvero riconoscere l’eccellenza di alcuni personaggi. Un prestigioso riconoscimento della conoscenza dunque, che non perde di vista lo stretto legame tra cultura e arte.
L’ambito premio è stato assegnato a personalità illustri e di fama internazionale, come Kim Rossi Stuart, Miguel Benasayag e Umberto Galimberti, e ha visto celebrare anche la categoria giovani premiando: Luca Prost, Sami Nanni e Lara Biancalana. Nella splendida cornice romana, anche noi di VelvetMAG abbiamo avuto il piacere di assistere alla premiazione e parlare con il filosofo e accademico italiano Umberto Galimberti e con l’attore, nonché regista Kim Rossi Stuart.
Umberto Galimberti e Kim Rossi Stuart in esclusiva per VelvetMAG
Il libro che ci insegnerebbe ora ad amare di più?
U.G: Ad amare di più? […] Il problema non è amare di più, ma è amare meglio. La gente – spiega Galimberti – non sa amare perché visualizza l’amore come la forma di un possesso, per cui l’altro, non è visualizzato come altro, quindi qualcosa da scoprire per tutta la vita, ma visualizzata come proprietà propria. E quando l’altro si ribella al fatto di essere una proprietà – continua il filosofo – il partner si arrabbia. La insulta. Qualche volta la uccide. Quindi, non è amare tanto, ma amare meglio.
Il libro che attualmente sta leggendo?
U.G: Sul comodino non tengo libri, perché ce li ho in mano tutto il giorno (ride, ndr). Ma ultimamente sto leggendo un libro di Benasayag che è intitolato Cinque lezioni di complessità. Un libro bellissimo della Fondazione Feltrinelli e che amo molto perché ha scritto delle cose stupende, come l’epoca delle passioni tristi per i giovani.
Come vorrebbe descrivere questo anno che sta per terminare?
K.R.S: Nonostante il confronto, come tutti d’altronde, con questa terribile malattia, questa pandemia, e ti dirò, io ho perso mia madre di Covid. Malgrado questo però, non mi arrendo e continuo a vedere una possibilità che nella sofferenza che ci viene offerta di guardare ad altri aspetti. Come alla vita sociale, ma con un altro filtro, un altro approccio.
Lei è fra i coloro che oggi hanno ricevuto un prestigioso riconoscimento che premia la conoscenza. Non è una gratificazione che un attore riceva con facilità.
K.R.S: Il premio è stato inaspettato. A tal proposito racconto un aneddoto curioso. Sono andato su YouTube per capire un po’ il clima che ci sarebbe stato in vista di questa cerimonia, e ho visto in uno di questi video Renzo Arbore qui. Oggi mi sono visto in mezzo a due intellettuali e non me l’aspettavo. È stato molto interessante e piacevole essere oggi qui e respirare questo clima informale che io sposo e nella quale mi trovo meglio.
Le Cattedrali Letterarie Europee 2021: tre pensieri a confronto
Umberto Galimberti, Kim Rossi Stuart e Miguel Benasayag. Tre sguardi differenti che interpretano il sapere mediante la propria estensione linguistica, ovvero: filosofica e accademica, attoriale e psicoanalitica. Ed è sulla figura dell’uomo che si pone maggiore riflessione e che crea un interessante dibattito sul suo archetipo. Se per l’attore italiano l’archetipo di uomo nasce dalla suggestione di un dettaglio, di un qualcosa che proviene da una memoria semi-ancestrale, per Miguel Benasayag il vivente non prende mai una linea unica, una geodetica. L’essere umano esplora ogni possibile direzione. Il vivente – dice Miguel – non è economico.
“Il linguaggio purtroppo parla. E che lingua parla? Mi dispiace dirlo, ma parla il linguaggio del Cristianesimo. E il Cristianesimo – aggiunge Umberto Galimberti – e l’Occidente, coincidono. Non è solo una religione, ma è un inconscio collettivo. Il Cristianesimo – prosegue il filosofo – incomincia quando Dio dice all’uomo: dominerai sugli animali della terra, sui pesci delle acque, sui volatili del cielo. Dominerai! Ma stiamo scherzando?“ Umberto Galiberti si sofferma proprio sull’esercizio del potere e cita il filoso greco Platone per la dimensione del dominio, nonché modello Cristiano. “O uomo meschino, non pensare che questo universo sia stato creato per te. Tu piuttosto, sarai giusto se ti aggiusti all’universale armonia”.
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