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Draghi: “Sono un nonno al servizio delle istituzioni, i miei destini non contano”

Nella conferenza di fine anno il premier afferma il primato della politica sui singoli. Ma loda Mattarella "miglior interprete del ruolo di Capo dello Stato"

Non ha sciolto i dubbi sul suo futuro, il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, alla conferenza stampa di fine anno, oggi 22 dicembre a Roma. Il tema, tutt’altro che secondario all’avvicinarsi dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, non poteva che essere fra quelli oggetto di domande da parte dei cronisti. Come è noto, infatti, il premier è secondo molti destinato a succedere a Sergio Mattarella.

Enigma Draghi, la ‘palla’ ai partiti

L’importante è che il Governo sia sostenuto da una maggioranza come quella che ha sostenuto questo esecutivo: la più ampia possibile” ha dichiarato Draghi. “È essenziale che il Governo vada avanti fino al 2023“, ma “il mio destino personale non conta assolutamente niente, non ho particolari aspirazioni di un tipo o di un altro, sono un uomo e un nonno al servizio delle istituzioni“. “Ringrazio voi giornalisti per tutto ciò che fate per la democrazia e per la libertà” aveva esordito, dopo l’intervento introduttivo del neo Presidente dell’Ordine, Carlo Bartoli. “Io non immagino il mio futuro all’interno o all’esterno delle Istituzioni. L’importante è vivere il presente e farlo al meglio possibile. Forse sbaglio, ma i motivi del successo del Governo, per me sicuramente, ma credo anche per altri ministri, è che ha lavorato sul presente senza chiedersi cosa c’è nel futuro, cosa c’è per me nel futuro“.

Mattarella, “il garante perfetto

Il Governo previsto dalla Costituzione è parlamentare. Il Presidente della Repubblica non è tanto un notaio quanto un garante” ha precisato Mario Draghi. “L’esempio del Presidente Mattarella è forse la migliore guida alla interpretazione del ruolo del Capo dello Stato in Costituzione. Ha garantito l’unità nazionale con una maggioranza ampia che ha sostenuto e protetto il governo facendo il meglio possibile“.

PNRR, i risultati raggiunti

Parlando del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), Draghi ha sottolineato come “abbiamo conseguito tre grandi risultati“. Ovvero, ha detto, “siamo uno dei Paesi più vaccinati, abbiamo consegnato in tempo il PNRR e abbiamo raggiunto i 51 obiettivi (per il 2021, ndr.). Il governo ha creato queste condizioni indipendentemente da chi ci sarà“. “Credo che il merito sia soprattutto degli italiani: responsabilità e soddisfazione sono categorie collettive non individuali” ha poi aggiunto rispondendo a una domanda sul credito internazionale riconosciuto all’Italia in questo periodo. Il momento storico che l’Italia sta vivendo, ha insistito il premier, “può essere un moltiplicatore psicologico dell’azione di governo e dell’azione stessa del PNRR“. “Occorre dimostrare che la fiducia degli altri Paesi europei, mostrata dando all’Italia questi fondi, è stata ben riposta“.

Draghi e le vacanze a scuola

Fra i numerosi temi di cui il premier ha discusso nella conferenza stampa di fine anno c’è stata la scuola. A proposito dell’eventuale prolungamento del calendario delle vacanze scolastiche non ha lasciato margine a dubbi. “No, non lo allungheremo” ha dichiarato. E ha aggiunto: “Su questo il ministro Bianchi è stato esplicito“. “Sono consapevole – ha concluso – delle difficoltà che i giovani hanno subito a causa delle restrizioni dettate dalla pandemia“.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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