La corsa di Paolo Sorrentino verso il Premio Oscar 2022 prosegue nel migliore dei modi. Il regista partenopeo è difatti riuscito ad entrare nella shortlist dei nominabili con il suo È stata la mano di Dio. La pellicola è  uno dei 15 titoli stranieri che possono ufficialmente aspirare alla candidatura all’Academy Award come Miglior Film Internazionale. Le quotazioni di Paolo Sorrentino salgono maggiormente considerato il fatto che, poco più di una settimana fa, il regista è riuscito ad imporsi anche ai 79° Golden Globes e ai 27° Critics’ Choice Awards nella medesima categoria.

A ciò si aggiunge, inoltre, la vittoria del Leone d’Argento – Gran Premio della giuria in occasione della 78a Mostra del Cinema di Venezia. Insomma, È stata la mano di Dio è uno dei 15 titoli favoriti dall’Academy, a fronte dei 91 totali che avevano presentato la propri candidatura. Nella shortlist sono riusciti a rientrare anche l’iraniano Un eroe di Asghar Farhadi, il finlandese Scompartimento n. 6 – In viaggio con il destino di Juho Kuosmanen e il norvegese La persona peggiore del mondo di Joachim Trier, entrambi premiati al 74° Festival di Cannes. Grande assente, invece, proprio l’ultima Palma d’Oro, Titane di Julia Ducournau, escluso dal novero dei 15 fortunati. Tuttavia, per le nomination definitive occorrerà attendere il prossimo 8 febbraio 2022. La cerimonia di premiazione dei 94° Premi Oscar, invece, si terrà il 27 marzo.

In attesa del Premio Oscar, il New York Times conia un neologismo per Paolo Sorrentino

Nel bene o nel male, c’è da dire che il nostrano È stata la mano di Dio non abbia lasciato indifferenti né pubblico né, tantomeno, la critica. Descritto come il lavoro più personale del regista partenopeo, ci offre un’immagine di Napoli vista attraverso gli occhi del giovane Fabietto Schisa (Filippo Scotti che ha ricevuto il Premio Marcello Mastroianni a Venezia78), la cui vita viene segnata improvvisamente da dolori e gioie improvvisi, tra cui l’arrivo di Diego Armando Maradona nel capoluogo campano.

Disponibile su Netflix dallo scorso 15 dicembre, È stata la mano di Dio è stato ben accolto anche all’estero, soprattutto negli States. In particolare, il New York Times avrebbe coniato un neologismo proprio in riferimento allo stile visionario del regista partenopeo, definendolo un estetizzatore. Nella sua recensione, infatti, il critico O. Scott descrive il lungometraggio come “un dramma autobiografico sensuale, triste e occasionalmente sublime” – aggiungendo – “quale che sia  sordida, triste o grottesca la materia prima, […] Sorrentino è un estetizzatore compulsivo e sfacciato [in grado di] redimere l’orrore della realtà alchimizzandola in bellezza.”

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