In occasione dell’Udienza Generale di mercoledì 22 dicembre, Papa Francesco invita tutti a riflettere sull’importanza dell’umiltà. Nella catechesi in Aula Paolo VI, il Santo Padre pone una riflessione importante, a pochi giorni dal Natale; “Senza umiltà non troveremo mai Dio: troveremo noi stessi. Perché la persona che non ha umiltà non ha orizzonti davanti, ha soltanto uno specchio: guarda sé stesso“. Ed è per questo che il Pontefice invita tutti a chiedere la “grazia dell’umiltà” per “rompere lo specchio” della vanità, delle cose vacue, della vita superficiale.
Per affrontare con più consistenza il suo discorso, il Papa riprende la venuta al mondo di Gesù; “Il Creatore dell’universo al quale non fu concesso un posto per nascere“. Il Pontefice ricorda come il Figlio di Dio nacque nella maniera più umile che un uomo può conoscere; ricorda i pastori, i primi a ricevere l’annuncio della nascita da parte dell’Angelo. Questo a simboleggiare come la grandezza vera, sta nelle cose semplici, nell’umiltà, nella povertà.
L’Udienza Generale sui passi dell’umiltà
“I pastori – spiega Papa Francesco nel corso dell’Udienza Generale – personificano i poveri d’Israele, persone umili che interiormente vivono con la consapevolezza della propria mancanza; e proprio per questo confidano più degli altri in Dio. Sono loro a vedere per primi il Figlio di Dio fattosi uomo, e questo incontro li cambia profondamente“. Un ulteriore riflessione giunge poi sulla figura dei Magi; il Santo Padre tiene a precisare come il Vangelo non parli mai di loro in quanto Re.
Essi sono uomini che “venivano da un paese lontano dell’Oriente, si può pensare alla Babilonia o all’Arabia o alla Persia del tempo“; i Magi rappresentano, piuttosto, i popoli pagani: “tutti coloro che lungo i secoli cercano Dio e si mettono in cammino per trovarlo“. Possono rappresentare anche i ricchi, ovviamente, i potenti, i benestanti; ma, non rappresentano coloro che dal potere sono posseduti e che di esso fanno l’unico scopo della loro vita.
“Una vita che valga la pena di essere vissuta”
Nel corso dell’Udienza Generale, il Santo Padre tiene a ribadire che quello che conta non è lo ‘status‘ dei Magi, ma l’umiltà con la quale essi accolgono la venuta di Gesù. “I Magi potevano anche essere dei grandi, secondo la logica del mondo; ma si fanno piccoli, umili, e proprio per questo riescono a trovare Gesù e a riconoscerlo. Essi accettano l’umiltà di cercare, di mettersi in viaggio, di chiedere, di rischiare, di sbagliare“.
L’umiltà ci conduce a Dio, rivela Papa Francesco e dunque anche “all’essenziale della vita, al suo significato più vero, al motivo più affidabile per cui la vita vale la pena di essere vissuta“. La vera gioia, la verità, la pace del cuore derivano dall’amore vero, puro, umile e sincero; “Questo è il motivo della gioia: sapere che siamo stati amati senza nessun merito, siamo sempre preceduti da Dio nell’amore, un amore così concreto che si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi, in quel Bambino che vediamo nel Presepe“. E dunque, con una riflessione su Gesù, fatto carne e simbolo d’amore umile e puro, Papa Francesco conclude l’Udienza Generale che anticipa il Santo Natale.
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