NewsPoliticaPrimo piano

Decreto Recovery, via libera anche al Senato: ora è legge. Ecco cosa prevede

Dal sostegno a edilizia, ferrovie e turismo alle misure di prevenzione antimafia. Il decreto legge Recovery approvato col voto di fiducia

Il Senato ha approvato con voto di fiducia il decreto legge Recovery, oggi 23 dicembre. Sono stati 229 i voti favorevoli e 28 i contrari, nessun astenuto. Via libera finale, dunque, da parte di Palazzo Madama al provvedimento con le misure urgenti per l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose.

Il testo del dl Recovery

Il testo, già approvato dalla Camera, col via libera di Palazzo Madama diventa legge. Il provvedimento, composto inizialmente di 51 articoli, a seguito delle modifiche introdotte nel corso dell’esame parlamentare risulta ora composto di 96 articoli. A loro volta suddivisi in quattro titoli, tra misure urgenti per l’accelerazione della realizzazione degli obiettivi 2021, gestioni commissariali e rafforzamento del sistema di prevenzione antimafia.

Bonus e credito d’imposta

Numerose sono state le misure approvate nella prima lettura del dl Recovery di Montecitorio e confermate dal Senato. Tra quelle inserite figurano un credito d’imposta concesso alle imprese del settore turistico, ricettivo e fieristico-congressuale. Ma anche un credito di imposta e un contributo a fondo perduto a fronte di specifiche spese sostenute per interventi in materia edilizia e per la digitalizzazione d’impresa. Il bonus fiscale spetta fino all’80% delle spese sostenute, mentre il contributo è attribuito fino al 50% delle spese per detti interventi, per un importo massimo di 40mila euro. Per le spese non coperte dagli incentivi è inoltre possibile accedere a un finanziamento a tasso agevolato. Contributi a fondo perduto vengono attribuiti per il 2021, attraverso un fondo da 10 milioni, anche alle imprese della ristorazione.

Recovery Plan

Recovery, investimenti ferroviari

Per velocizzare gli investimenti ferroviari il dl Recovery interviene, tra l’altro, sulle procedure di approvazione del Contratto tra ministero delle Infrastrutture e Rfi. Obiettivo: ridurre i tempi di realizzazione degli investimenti ferroviari. Ma il decreto legge prevede altre azioni di intervento finanziario. È il caso del contributo in favore dell’Agenzia industrie difesa per 11,3 milioni di euro per il 2022. E della costituzione di un fondo di fondi, il Fondo ripresa resilienza Italia. Lo Stato italiano sarà quotista unico del fondo gestito dalla Bei (la Banca europea per gli investimenti).

Caro-bollette, cosa cambia

Il decreto legge Recovery disciplina inoltre decisioni riguardanti la questione del caro-bollette, dei pagamenti elettronici e dei servizi idrici. Rispetto a quest’ultimo aspetto si è disposta, in particolare, una proroga di due anni (dal 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2025) dell’affidamento del servizio idrico integrato alla società Acquedotto pugliese. Dal primo gennaio 2023, quando scatterà la fine del regime di tutela del prezzo di gas ed elettricità, i clienti domestici continueranno a essere riforniti di energia elettrica dal servizio di tutela (secondo indirizzi definiti dal ministro della Transizione ecologica), in attesa che si definisca l’assegnazione del servizio di vendita a tutele graduali.

LEGGI ANCHE: Manovra: ok al Superbonus, taglio Irpef e bollette rateizzate

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio