L’Angelus del 26 dicembre è incentrato sulla famiglia e al valore che essa ha per ciascuno; Papa Francesco parte dal Vangelo odierno dedicato alla famiglia di Nazareth: Gesù, Maria e Giuseppe. Un ragazzo adolescente, che scappa dalle attenzioni dei suoi genitori e genera in loro preoccupazione; una vicenda nella quale ciascuno può trarre immedesimazione. Dio, infatti, non mostra esempi impossibili da comprendere, ma la semplicità e la quotidianità di un padre, una madre e un figlio. Un nucleo familiare, in cui si vive in un ‘noi‘ piuttosto che in un ‘io’ assoluto.
Dio sceglie la famiglia
“Dio ha scelto una famiglia umile e semplice per venire in mezzo a noi“; con queste parole Papa Francesco introduce l’Angelus, sottolineando il valore della grandezza della Santa Famiglia. “La famiglia è la storia da cui proveniamo” e con il Vangelo odierno è possibile comprendere come anche Gesù sia frutto di una storia familiare, che “nasce e cresce nell’abbraccio” di Maria e Giuseppe, i suoi genitori.
Ciascuno di noi è il frutto dell’amore che ha ricevuto, questo è il concetto che il Santo Padre sottolinea per rimarcare come ogni uomo è, in questo, uguale a Gesù. Come rivela Papa Francesco, molti non sono nati in una famiglia “eccezionale” e senza problemi ma “è la nostra storia, sono le nostre radici e se le tagliamo la vita inaridisce“. Non siamo stati creati per ‘viaggiare’ da soli “Dio ci ha creato per costruire insieme” uniti alle nostre radici e, dunque, alla nostra famiglia.
Dalla famiglia s’impara
Un altro aspetto che il Vangelo odierno rende evidente è come all’interno dei propri nuclei familiari ci sia la possibilità di imparare ogni giorno. Ogni famiglia convive con problemi inattesi, ansie, sofferenze e angosce; non è sempre facile, non è sempre felice, ma la Parola di oggi mostra come le stesse difficoltà appartengano anche alla Santa Famiglia. “Non esiste la famiglia delle immaginette” è questo che Papa Francesco tende a rimarcare durante tutto il discorso che precede l’Angelus del 26 dicembre. Maria e Giuseppe hanno bisogno di tempo per imparare a conoscere il loro figlio, così come ogni genitore impara ogni giorno a conoscere i propri figli.
“Ogni giorno bisogna imparare ad ascoltare a capirsi, ad affrontare conflitti e avversità: è la sfida quotidiana che si vince solo con il giusto atteggiamento“. Occorre curare i dettagli delle proprie relazioni, a partire dal dialogo, elemento del quale il Santo Padre non lesina di rimarcare l’importanza in ogni suo discorso. “Il dialogo fra genitori e figli, il dialogo fra fratelli ci aiuta a vivere questa radice familiare che viene dai nonni“.
Dopo l’Angelus il Papa prega per gli sposi
“Tuo padre e io ti cercavamo” queste sono le parole pronunciate da Maria che nell’essenza della famiglia antepone il ‘tu’ all’ ‘io’. “Per costruire l’armonia in famiglia bisogna combattere la dittatura dell’io“. Mai rinfacciarci gli sbagli, ma dialogare, accogliere, parlare. Papa Francesco conclude il suo discorso con un consiglio che spesso ritorna nelle sue parole e che mai, come in questo caso, riveste perfettamente l’essenza dell’unità familiare: “Non andare a dormire senza fare la pace, altrimenti il giorno dopo ci sarà la guerra fredda“.
Troppe volte, tra le mura domestiche, da lunghi silenzi ed egoismi non curati nascono conflitti e violenze “questo lacera la famiglia“. Per questo è fondamentale “convertire l’io al tu“. E dopo l’Angelus il Santo Padre rivolge la sua preghiera a tutti gli sposi, augurando loro che Dio possa sempre illuminare le loro strade, per guidarli nella giusta direzione dell’armonia e della meraviglia del cammino intrapreso.
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