Urbania nel territorio di Pesaro Urbino ha regalato agli archeologi una scoperta straordinaria. La Sovrintendenza, infatti, ha annunciato il rinvenimento di alcune sepolture romane nella località Muraglione. Si tratta di un gruppo di tombe emerse contro ogni aspettativa nel corso di lavori di scavo per la posa di un collettore fognario da parte della società Marche Multiservizi.
Urbania, emergono le sepolture di età romana
La nostra penisola nasconde ancora migliaia di tesori da trovare e di siti archeologici che spesso passano inosservati sotto i nostri occhi. E così, talvolta, qualche fortunato scavo restituisce all’archeologia tesori provenienti dal passato. Qualche giorno fa, nel corso di lavori per la posa di un collettore fognario, ad Urbania sono emerse delle sepolture di età romana. Si tratta di un piccolo gruppo di quattro tombe, forse da collegare a una fattoria romana. Per gli esperti si trattava di una località di campagna e le tombe sono databili ai primi secoli dell’età imperiale (I-II secolo d.C.).
La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Marche nord ha dato l’annuncio della scoperta. Come riportato anche dall’agenzia Ansa, la zona del ritrovamento non è nuova a scoperte di epoca romana. Già negli Anni Ottanta gli archeologi si erano imbattuti in resti del tempo, e nel XVI secolo erano riemerse alcune importanti epigrafi funerarie.
Lo stato degli scavi testimonia il tipo di sepoltura del tempo
Alcune delle sepolture si presentano danneggiate in parte a causa della costruzione di alcune strutture nell’Ottocento. Ma gli archeologi sono riusciti comunque a scoprire una grande varietà nei rituali funerari. Si tratta, dunque, di una necropoli “birituale“, che prevedeva la presenza sia di defunti inumati, sia di cremati. Come ha spiegato la Soprintendenza ad Ansa: “Le tombe sono realizzate con tegole, tavelle e coppi, formando delle vere e proprie casse“.
Ben conservato, all’interno del sito archeologico di Urbania, un caso di “bustum”. Si tratta di una fossa rettangolare predisposta per la cremazione diretta dei defunti sulla pira. Le pareti della fossa, infatti, presentano scottature e sono arrossate dal fuoco. Come dichiarato dagli esperti, questo tipo di “struttura era utilizzata durante i riti delle profusiones, le offerte o libagioni che potevano rappresentare il pasto simbolico per il defunto, e che venivano fatte colare direttamente all’interno della sepoltura attraverso questo canale“. Già duranti gli scavi degli Anni Settanta e del 2005, gli esperti avevano trovato strutture e rituali molto simili ad Urbino, presso il bivio di Croce dei Missionari nell’attuale zona della rotatoria del Consorzio.
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