A fronte delle restrizioni dovute all’era pandemica, il cinema ha trovato la forza di reagire. Molto spesso, infatti, la settima arte si è servita dei momenti di crisi come massima ispirazione per riuscire ad estrapolare il meglio da ogni situazione. Autori, registi, sceneggiatori e tutte le maestranze del settore hanno dato perciò sfogo al proprio estro, cercando di guardare avanti (pur mantenendo una discreta tendenza nostalgica). Il 2021 è stato dunque l’anno della rinascita del grande schermo, che si è fatto forte dei mesi precedenti, tra i titoli bloccati nel 2020 e il ritorno delle grandi kermesse (da Cannes a Venezia78). Di seguito proponiamo una lista delle pellicole che, a nostro avviso, per diverse ragioni si sono distinte nel corso degli ultimi dodici mesi. Ecco una personalissima selezione dei dieci migliori film del 2021.

10. Dune

Dopo il semi-disastro del 1984 – perdonaci David Lynch! – Denis Villeneuve riadatta coraggiosamente per il grande schermo l’omonimo romanzo di Frank Herbert del 1965. Approdato fuori concorso alla 78° Mostra del Cinema di Venezia, Dune è ambientato in un ipotetico Undicesimo Millennio, in cui i viaggi interstellari sono possibili grazie a una particolare sostanza, denominata la spezia. Quest’ultima risiede unicamente nel pianeta Arrakis, il cui controllo sarà affidato alla nobile casata degli Atreides. Il Duca Leto, il figlio nonché suo erede Paul e alla concubina Lady Jessica – madre di Paul – giungeranno sul Pianeta, scoprendo ben presto di essere in pericolo. Impreziosito da un cast corale formato da Timothée Chalamet, Zendaya, Oscar Isaac, Rebecca Ferguson, Jason Momoa e Javier Bardem, una colonna sonora composta dall’inconfondibile Hans Zimmer e la predilezione per location in esterna non ricreate in studio, Dune è tra i migliori film del 2021.

9. La scelta di Anne – L’événement

Leone d’Oro nell’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, La scelta di Anne – L’événement è basato sul romanzo autobiografico della scrittrice Annie Ernaux. Per la regia di Audrey Diwan, riporta al Lido il dramma dell’aborto clandestino (dopo Il segreto di Vera Drake che ottenne il prestigioso riconoscimento nel 2004). Ambientato nel 1963, racconta la storia della francese Anne, rimasta incinta e decisa a interrompere la gravidanza per proseguire gli studi, con la speranza di affrancarsi dalla sua realtà proletaria. Ma l’aborto è un diritto non ancora riconosciuto e la protagonista dovrà sgomitarsi per rivendicare la propria scelta. Un’opera che rivendica la libertà d’azione, con la sua carica di rabbia e paura, senza scadere mai nel sentimentale.

8. Il potere del cane

Altro titolo approdato al Lido di Venezia nell’ultima edizione della Mostra, Il potere del cane sancisce il ritorno di Jane Campion, a distanza di 12 anni da Bright Star. Premiata con il Leone d’argento per la Miglior Regia, la Campion porta con il suo western drammatico – basato sull’omonimo romanzo del 1967 – una storia di conflitti e passioni insita in una famiglia del Montana del 1925, i Burbank. Ai due poli opposti i fratelli Phil – d’indole crudele e inflessibile – e George – la sua nemesi – che convola a nozze con la vedova Rose. Quest’ultima, insieme al figlio Peter, porterà all’esplosione decisiva del contrasto tra i due, in una rabbia inizialmente trattenuta ma dalla quale è impossibile sfuggire.

7. Tick, Tick… Boom!

Andrew Garflied – sì, lo Spider Man intermedio tra lo storico Tobey Maguire e Tom Holland – è il protagonista del musical prodotto e distribuito da Netflix. Basato sull’omonimo spettacolo Off Broadway del 1990 scritto da Jonathan Larson – autore già del cult Rent Tick, Tick… Boom! ne è la sua opera più autobiografica. Metalinguaggio e intrattenimento si mescolano sapientemente nell’opera prima (da regista) di Lin-Manuel Miranda, ripercorrendo la storia di Larson, il cui successo postumo grazie a Rent lo ha reso uno degli autori più influenti di Broadway. Disponibile sulla piattaforma di streaming video dal 19 novembre, si è imposto anche ai 79° Golden Globes ricevendo due nomination come Miglior Film Commedia o Musicale e Miglior Attore per Andrew Garlfield.

6. Nomadland

Pur essendo approdato alla 77° Mostra del Cinema di Venezia, dove ha vinto il Leone d’Oro, è slittato al 2021 a causa della situazione pandemica. L’attesa, tuttavia, ne ha ampiamente ripagato le aspettative: Nomadland è sicuramente uno dei migliori film del 2021. Per la regia di Chloé Zaho e interpretato dalla pluripremiata Frances McDormand, ha ottenuto tre Premi Oscar, rispettivamente per il Miglior Film, Regia e Attrice Protagonista. La pellicola ha reso inoltre Chloé Zaho la seconda donna nella storia degli Academy Awards a ricevere la statuetta in veste di Regista. Basato sull’omonimo libro-reportage di Jessica Bruder, è la storia di una donna che, privata di tutti i suoi punti fermi, decide di mettersi alla guida di un camper abbandonando l’idea di stabilità. Nessun luogo da raggiungere, nessuna Isola del Tesoro da conquistare: “solo” la concezione di vita come viaggio in continuo divenire.

5. Annette

Film d’apertura del 74° Festival di Cannes, Annette è un musical diretto da Leos Carax che vanta come protagonisti Marion Cotillard e Adam Driver. A dieci anni di distanza da Holy Motors, il regista torna a cimentarsi nel lungometraggio, raccontando la storia di Henry e Ann. Stand up comedian lui, star della musica lei, sono adorati dal pubblico e dalla critica. La gioia più grande per loro arriverà dopo la nascita della primogenita, Annette, destinata per i genitori a qualcosa di speciale. Con il suo ultimo film, Carax ci offre l’altra faccia della medaglia del musical di Broadway. Una sorta di anti-musical, caratterizzato dagli aspetti oscuri dello showbiz, dalla spettacolarizzazione parossistica alla caccia mediatica e all’esibizione più sfrontate e feroci. Indubbiamente tra i film migliori del 2021.

4. The French Dispatch

Per il suo ritorno dietro la macchina da presa, dopo L’Isola dei cani del 2018, Wes Anderson ha deciso di fare le cose in grande, gestendo un cast corale di prim’ordine. Presentato al 74° Festival di Cannes, The French Dispatch ci riporta nel visionario, simmetrico e pastellato mondo del regista statunitense. La vicenda ruota attorno alla redazione di un giornale, The French Dispatch. Quando Arthur Howitzer Jr, il direttore, viene a mancare, i redattori si riuniscono per scriverne il necrologio. I ricordi a lui legati saranno d’ispirazione per quattro articoli, ciascuno dei quali sarà oggetto di un episodio nei quali il film è suddiviso. Impreziosito da un composto da Timothée Chalamet, Frances McDormand, Bill Murray, Benicio Del Toro, Willem Dafoe, Edward Norton, Tilda Swinton (per citarne alcuni), The French Dispatch è tra i migliori film del 2021.

3. È stata la mano di Dio

A cosa serve il cinema? A niente. Però distrae. Da cosa? Dalla realtà. Perché la realtà è scadente…” Il giovane Fabietto Schisa, interpretato dal poco più che esordiente Filippo Scotti, diventa (nuovo) alter-ego cinematografico di Paolo Sorrentino, in quello che è stato acclamato dalla critica come il film più personale del regista partenopeo. È stata la mano di Dio è il compendio di ormai due decenni di carriera di Sorrentino, che a vent’anni esatti da L’uomo in più torna nella sua Napoli, unendo suggestioni giovanili, gioie e dolori passati al suo stile onirico e visionario, arrivando come il compimento di un percorso intrapreso anni fa. E magari come l’inizio di una nuova fase. Leone d’argento – Gran premio della giuria a Venezia78, è stato candidato al Golden Globes entrando anche nella shortlist per i 94° Premi Oscar.

2. Due donne – Passing

Trasposizione del romanzo Passing del 1929 di Nella Larsen, si tratta dell’elegante esordio alla regia di Rebecca Hall, Due donne – Passing è stato presentato alla 16a Festa del Cinema di Roma. Il bianco e nero riavvolge il tempo di circa un secolo, riportandoci nella New York degli Anni ’20 e raccontando la storia di due donne afroamericane, Irene e Clare.

Le due si ritrovano dopo molto tempo in un’afosa giornata all’interno di un ristorante per bianchi, scoprendo di aver fatto scelte diverse nella propria vita. La prima vive difatti con consapevolezza la propria condizione di donna afroamericana, sposata con un uomo afro-discendente. La seconda, invece, si “finge” bianca, attraverso il passing, l’azione di essere percepiti come appartenenti a un’altra categoria identitaria (che sia di religione, genere, o etnia). Clare riesce nell’intento di convincere gli altri, compreso il marito John (Alexander Skarsgard) di appartenere all’etnia caucasica. Con eleganza e classe, senza abbandonarsi alla rabbia più istintiva, Rebecca Hall confeziona un prodotto che riesce a denunciare un razzismo, talvolta interiorizzato nella stessa parte lesa, con grande intelligenza

1. Drive My Car

Presentato in concorso al 74° Festival di Cannes, in occasione del quale si è visto “soffiare” la Palma d’Oro dal Titane di Julia DucournauDrive My Car di Ryūsuke Hamaguchi è in assoluto tra i migliori film del 2021. Basato sull’omonimo racconto di Haruki Murakami, è incentrato sull’inedito legame nato tra Yusuke, attore e regista di teatro mai ripresosi dall’improvvisa scomparsa della moglie, e la sua giovane autista. Oltre al reciproco potere salvifico, nel dispiegare i rispettivi rimossi, nel corso delle tre ore circa di durata, Drive My Car offre una riflessione mai scontata del rapporto dicotomico tra realtà/finzione, in cui ad acquisire di importanza è la potenza viscerale del linguaggio, in grado di orientare il senso e lo spazio. Un road movie ricco di suggestioni visive e di riflessioni, che non si esauriscono al termine della visione, perché parlano una lingua universale.

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