L’ultima Udienza Generale del 2021 si conclude con un pensiero speciale rivolto ai migranti e all’immigrazione; e per introdurre questa tematica, sempre fortemente sentita dal Pontefice, Papa Francesco parla, ancora una volta, della figura di San Giuseppe; lo sposo di Maria che in questo caso ‘veste i panni’ del migrante in fuga, perseguitato ma coraggioso.
La fuga in Egitto
Nella fuga in Egitto vi è il simbolo di tanti migranti costretti a fuggire dalla propria terra; con paura, sofferenza ma anche tanto coraggio, così come San Giuseppe. Nell’Udienza Generale del 29 dicembre il Papa invita tutti proprio a riflettere su questo coraggio che, nonostante tutto, affronta ogni tipo di avversità. “Un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: ‘Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo’. Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto“. (Mt 2,13-23)
E della fuga di San Giuseppe, Maria e Gesù Bambino in Egitto parla il Vangelo di Marco; la Santa Famiglia identifica, in questo caso, tutti i migranti costretti a fuggire, a subire umiliazioni e vivere grande ingiustizia e sofferenza. E la causa, come sottolinea il Pontefice nel corso dell’Udienza Generale, “è quasi sempre la prepotenza e la violenza dei potenti“.
L’Udienza Generale ‘dedicata’ ai migranti
Sono i migranti costretti a subire le angherie dei prepotenti al centro della catechesi di Papa Francesco. Nel corso dell’Udienza Generale il Pontefice parla anche della figura di Erode; “sconvolto dalla notizia della nascita di Gesù che vede come una minaccia per il suo potere. Si dà da fare per eliminarlo, ma non potendolo trovare, concepisce un proposito scellerato: uccidere tutti i bambini di Betlemme dai due anni in giù“.
Un piano atroce quello di Erode che il Santo Padre non può che definire feroce. “Egli è il simbolo di tanti tiranni di ieri e di oggi. E per loro, per questi tiranni, la gente non conta: conta il potere, e se hanno bisogno di spazio di potere, fanno fuori la gente. E questo succede oggi: non dobbiamo andare alla storia antica, oggi succede. È l’uomo che diventa “lupo” per gli altri uomini“. Nella storia esistono tanti despoti, tanti violenti che hanno compiuto atti disumani solo per il potere; e, come sottolinea il Santo Padre, ancora oggi esistono di queste personalità.
Scegliere sempre il coraggio alla violenza
Ma il Papa invita a riflettere su un ulteriore aspetto; ovvero, che non bisogna pensare di diventare violenti e feroci solo se si è tiranni, ma ciascuno può cadere in questo atteggiamento. “Ogni volta che cerchiamo di scacciare le nostre paure con la prepotenza, anche se solo verbale o fatta di piccoli soprusi messi in atto per mortificare chi ci è accanto. Anche noi abbiamo nel cuore la possibilità di essere dei piccoli Erode“. Quindi riportando il discorso, in occasione dell’ultima Udienza Generale del 2021, all’attualità, Papa Francesco ricorda come Erode e San Giuseppe siano le due facce di una stessa medaglia, quella dell’umanità che ogni giorno è chiamata ad avere coraggio o a lasciarsi sedurre dalla violenza.
“Giuseppe – conclude il Papa – ci insegna che la vita ci riserva sempre delle avversità; ma che non è tirando fuori il peggio di noi, come fa Erode, che possiamo superarle, bensì reagendo come Giuseppe che con coraggio si affida alla Provvidenza di Dio“. E tornando al tema principale che ha accompagnato tutta l’Udienza Generale il Papa rivolge la sua ultima preghiera ai migranti: “Pensiamo ai migranti che incominciano quella strada per essere liberi e tanti finiscono sulla strada o nel mare; pensiamo a Gesù nelle braccia di Giuseppe e Maria, fuggendo, e vediamo in lui ognuno dei migranti di oggi. È una realtà, questa della migrazione di oggi, davanti alla quale non possiamo chiudere gli occhi“.
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