Mentre Silvio Berlusconi continua a lottare come un leone, secondo il suo stile, per conquistare a ogni costo il Quirinale, il suo eterno braccio destro, Gianni Letta, starebbe tentando di dissuaderlo e, per così dire, riportarlo alla realtà. “Sto facendo di tutto – sono le confidenze di Letta senior riportate da La Repubblica – per far comprendere a Silvio che il rischio di bruciarsi è altissimo nella corsa al Quirinale, che ormai si è intestato. Ma sono l’unico che si è preso l’ingrato compito di farglielo notare“.
La convinzione di Gianni Letta è che la strada per portare Berlusconi al Quirinale sia troppo accidentata. Il consiglio al Cavaliere è di prendersi i meriti della soluzione rappresentata da Mario Draghi, e dunque ritirarsi. Ad Arcore e dintorni l’atmosfera è molto tesa. Berlusconi ha preso male la secca chiusura di Enrico Letta e del PD sul suo nome. Quello che Matteo Salvini ha definito un “veto”. Proprio Salvini non rinuncia, intanto, a proporsi come mediatore. Ma Letta junior gli ha replicato che fin quando Berlusconi non si ritirerà dalla corsa nessuna trattativa potrà cominciare su un nome condiviso.
Se il Centrodestra sembra congelato sul nome di Berlusconi, troppo ingombrante, il Centrosinistra non sta meglio. Il Movimento Cinque Stelle è in forte fibrillazione. È il partito che ha più da perdere se si andasse a elezioni anticipate quest’anno. Cosa del tutto plausibile nel caso in cui Mario Draghi fosse eletto al Quirinale. Ma Giuseppe Conte fatica a imporre la sua leadership sui pentastellati. Ha mostrato finora posizioni diverse: dall’idea di una donna al Colle al candidato di comune accordo coi Dem, per non parlare della ‘rettifica’ su Berlusconi “che ha fatto anche cose buone“.
Per il Quirinale “ciascuno di voi sarà chiamato a esprimere un voto importante – ha detto Conte ai suoi – Ma questo voto sarà ancora più importante e determinante se saremo compatti“. “Siamo il partito di maggioranza relativa e abbiamo un dovere di responsabilità e credibilità verso l’intero Paese. Evitiamo di dare l’immagine di andare in ordine sparso e di un Movimento spaccato. Lavoriamo affinché vi sia un’unica posizione compatta del M5S“.
Esattamente la compattezza è il problema dei partiti in questo momento, rispetto alla scelta sul Quirinale. Fra i Dem i cosiddetti Giovani Turchi che fanno capo a Matteo Orfini sono per il Mattarella bis. E forse non sono i soli nel PD. La corrente orfiniana porterà la proposta alla riunione del 13 gennaio che Letta ha convocato con Direzione e gruppi parlamentari. Lo ha spiegato il senatore Francesco Verducci all’Adnkronos. “Nessuno vuole tirare il Presidente per la giacca. Ma ora il tema è tutto interno al Parlamento. Che deve decidere e assumersi la responsabilità. La conferma del binomio Draghi-Mattarella è la garanzia migliore per uscire da un’emergenza che non è finita“.
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