In occasione della celebrazione solenne dell’Epifania l’Angelus di Papa Francesco si concentra sul valore dell’adorazione. In questo giorno, la Chiesa ricorda la “manifestazione“ di Gesù come Dio; ricorrenza fondamentale per i Cristiani con la quale si segna l’inizio della Pasqua del Signore, della sua rivelazione e del suo Mistero di Salvezza. Il Pontefice, in questo contesto, tiene a porre l’accento sul gesto intriso di significato compiuto dai Magi; a Gesù, che viene al mondo per tutta l’umanità, questi “uomini venuti da lontano” si prostrano in segno d’adorazione.
Il gesto dei Magi, però, non va interpretato come sottomissione alla divinità, ma piuttosto vuol dire, come tiene sottolineare Papa Francesco: “accogliere la grandezza di Dio che si manifesta nella piccolezza“; nell’umiltà di un bimbo piccolo e povero. Se, infatti, al tempo (così come oggi) era normale inginocchiarsi a terra per i potenti illustri, strano appare il gesto dei dotti Magi davanti a Gesù, eppure loro non esitano; si lasciano guidare dalla stella ed entrati nella stalla si “prostrano per adorarlo“.
L’Angelus verso l’esempio dei Magi
I Magi si abbassano alla logica di Dio, lo accolgono così com’è: piccolo e povero; “la loro prostrazione – spiega Papa Francesco nel messaggio che precede l’Angelus – è segno di chi mette da parte le proprie idee e fa spazio a Dio“. E per fare questo, come insiste il Vangelo odierno, occorre molta umiltà. “L’adorazione va insieme alla prostrazione, compiendo questo gesto i Magi dimostrano di accogliere con umiltà colui che si presenta nell’umiltà“.
Il Vangelo odierno, in cui questi uomini sapienti venuti da lontano riconoscono la grandezza di un Dio fattosi uomo, dimostra che la ricchezza non consiste nei beni materiali, ma nel bene del cuore; come i Magi dotti e ricchi hanno la capacità di aprire “gli scrigni dei loro cuori a Dio” così, ciascun Cristiano dovrebbe accogliere questo messaggio. I Magi nella loro umiltà si mostrano “bisognosi di salvezza” ed questa la “lezione” che il Vangelo di oggi tenta di impartire.
“L’adorazione passa attraverso l’umiltà del cuore”
L’esortazione che precede l’Angelus dell’Epifania è concentrata sul valore dell’umiltà del quale i Magi si fanno testimoni. Papa Francesco invita a riflettere sui gesti quotidiani e spiega: “Se al centro di tutto rimaniamo sempre noi con le nostre idee e presumiamo di vantare qualcosa davanti a Dio, non lo incontreremo mai fino in fondo, non arriveremo mai ad adorarlo. Se non cadono le nostre pretese, se non cadono le vanità, i puntigli le corse per primeggiare ci capiterà di adorare pure qualcuno o qualcosa nella vita, ma non sarà il Signore. Se invece abbandoniamo la nostra pretesa di autosufficienza e ci facciamo piccoli dentro allora riscopriremo lo stupore di adorare Gesù; perché l’adorazione passa attraverso l’umiltà del cuore. Chi ha la smania di sorpassi non si accorge della presenza del Signore; Gesù passa accanto e viene ignorato“.
E come spesso accade nelle catechesi di Papa Francesco, anche in questa occasione il Pontefice pone degli interrogativi: Siamo disposti a a lavorare sulla nostra umiltà? Sappiamo accantonare il nostro punto di vista per abbracciare quello di Dio e degli altri? Sappiamo pregare sempre, o lo facciamo solo quando abbiamo bisogno? “I Magi hanno incominciato la strada guardando una stella e trovarono Gesù. Oggi possiamo prendere questo consiglio: Guarda la stella e cammina. Non fermatevi mai di camminare, non lasciate di guardare la stella“.
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