Scuola, scontro fra Governo e Regioni sulla riapertura del 10 gennaio
Lezioni rinviate in alcuni Comuni di Calabria e Puglia. La Campania tira dritto e non apre, il governatore della Sicilia, Musumeci, scrive a Draghi
Sul rientro a scuola lunedì 10 gennaio, in piena emergenza Covid, la tensione è alle stelle. Il Governo Draghi ha ribadito, per bocca del ministro della Pubblica Istruzione, Patrizio Bianchi, che scatterà il “tutti in classe” regolarmente dopo questo fine settimana. Dall’altra parte della barricata le amministrazioni locali, l’Ordine dei medici, i sindacati e i presidi chiedono di rinviare. Cioè di posticipare di almeno 15 giorni il ritorno tra i banchi.
De Luca: “La scuola non riapre“
Sulla scuola il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, è passato alle vie di fatto annunciando la non riapertura per medie, elementari e scuole dell’infanzia. A suo dire, “non ci sono le condizioni minime di sicurezza“. Nel testo dell’ordinanza si prevede la chiusura con decorrenza dalla pubblicazione fino al 29 gennaio. Garantita l’attività in presenza per l’inclusione dei giovani disabili. Ma il Governo ha annunciato l’intenzione di impugnare la decisione. Sarà in ogni caso necessario un passaggio in Consiglio dei ministri, al momento fissato per giovedì 13 gennaio.
Deroga solo in zona rossa
Nel decreto legge anti Covid, approvato il 24 dicembre, alla vigilia di Natale, si è stabilita per la scuola una regola importante. Ovvero di prorogare la norma che limita “esclusivamente” alla zona rossa la possibilità agli enti locali di “derogare alle disposizioni” dell’esecutivo in tema di focolai ed elevata diffusione del virus. In alcuni comuni della Calabria e della Puglia la ripresa delle lezioni è rinviata al 15 gennaio alla luce dell’elevato numero di contagiati. In Le regioni che si trovano in zona gialla – da lunedì la maggioranza – non possono decidere di rinviare l’apertura della scuola. Forte la preoccupazione in Sicilia, dove il governatore Nello Musumeci ha stabilito il passaggio in zona arancione di una quarantina di Comuni. In tali casi scatterà la Didattica a distanza (Dad).
Veneto, Lombardia, Sicilia
In tutta Italia resta un quadro epidemiologico in forte peggioramento. Ci sono nette difficoltà di tracciamento e screening dei casi Covid. Il governatore del Veneto, Luca Zaia parlando di scuola ha utilizzato il termine “caos“. Così come il presidente della Sicilia, Nello Musumeci che ha scritto al premier Mario Draghi per “rappresentare la gravità della situazione delle ultime ore“. Un’anticipazione di quanto potrebbe accadere da lunedì arriva dalla Lombardia dove già ieri è suonata la campanella in alcuni istituti. Moltissime le assenze tra gli alunni e i docenti. Nella sola provincia di Sondrio sono 239 i professori che hanno presentato il certificato per malattia a causa delle quarantene.
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