Angelus 9 gennaio, Papa Francesco: “La preghiera non è un rito magico”
In occasione della ricorrenza che celebra il Battesimo di Gesù il Pontefice esorta a pregare con il cuore
Il messaggio che precede l’Angelus di domenica 9 gennaio è dedicato all’importanza della preghiera nella vita di tutti i giorni. Papa Francesco, in occasione della ricorrenza che celebra il Battesimo di Gesù ad opera di Giovanni Battista nella acque del Fiume Giordano, invita a riflettere sul valore della fede; un’esortazione che chiama a non considerare la preghiera come un rito magico, un gesto obbligato e a quale non si attribuisce significato, ma piuttosto come il modo più intenso di comunicare con Dio.
L’incipit all’Angelus odierno
La riflessione che precede la preghiera dell’Angelus parte come ogni domenica dalla liturgia odierna; la Chiesa, attraverso il Vangelo della domenica che segue all’Epifania di Gesù, celebra in questo giorno il Battesimo del Signore. Si tratta dell’inizio ufficiale della vita pubblica di Gesù; “Lui che è il figlio di Dio e il Messia, va sulle rive del Fiume Giordano e si fa battezzare da Giovanni Battista. Dopo circa trent’anni vissuti nel nascondimento, Gesù non si presenta con qualche miracolo o salendo in cattedra per insegnare, ma si mette in fila con il popolo che andava a ricevere il Battesimo“. Un gesto, questo, che rappresenta l’umiltà estrema del Signore, quell’umiltà a cui Papa Francesco ricorre spesso durante le sue catechesi e i suoi messaggi ai fedeli.
Il Dio cristiano non è un Dio che (pur potendo) si erige a capo supremo e dirige secondo il suo volere; è un Dio che si fa umile, prima facendosi uomo e poi vivendo da uomo, al pari dei suoi fedeli, al pari del popolo che desidera salvare e amare. “Il popolo andava a farsi battezzare con l’anima e i piedi nudi, umilmente” e Gesù, pur non essendo peccatore, condivide umilmente la sorte dei peccatori, la nostra sorte e “discende nel Fiume come nella storia ferita dell’umanità; si immerge nelle nostre acque per risanarle e si immerge con noi, in mezzo a noi“.
Con l’anima nuda
Il Signore non si mette al di sopra di noi, Egli si mette in mezzo a noi e lo fa con “l’anima nuda e i piedi nudi“; Gesù non si reca al Fiume Giordano da solo, né con un gruppo di eletti, ma sceglie di farsi battezzare con il popolo, poiché Egli appartiene a quel popolo umile. A questo punto la riflessione di Papa Francesco si sofferma su un altro punto importante del Vangelo odierno; il Pontefice osserva: “quando Gesù decide di farsi battezzare, si trovava in preghiera“. Ed è proprio la preghiera il nodo importante sul quale il Santo Padre invita a riflettere attraverso il messaggio che precede l’Angelus di oggi.
“Gesù prega. Lui che è il Signore prega come noi“; lo dicono i Vangeli, Gesù prega sempre: prima di una scelta importante, all’inizio di ogni giornata, sempre. Perché la sua preghiera è un dialogo con il Padre. Ed a questa relazione profonda e intensa che Papa Francesco invita i fedeli; a seguire Gesù nei suoi gesti. Il Vangelo di oggi, contiene, infatti, un grande insegnamento concesso al ‘suo’ popolo da Gesù: da una parte Egli “scende” in mezzo al popolo, dall’altra Egli “rivolge il suo sguardo al Padre” attraverso la preghiera.
L’importanza della preghiera
Il Pontefice riconosce come ciascuno sia immerso da tante situazioni nella vita, spesso difficili da affrontare, altre volte dolorose; ma se si è in grado di cogliere il significato profondo della preghiera, essa è in grado di diventare un’ancora di salvezza per tutti. “Se non vogliamo restare schiacciati (dalle nostre difficoltà) abbiamo bisogno di elevare tutto verso l’alto. – prosegue il Papa – La preghiera non è una via di fuga, non è un rito magico, una ripetizione di cantilene ripetute a memoria. No, pregare è il modo per lasciare agire Dio in noi“. Dio vuole comunicare con noi sempre, anche e soprattutto nelle situazioni più difficili, perché desidera dare a ciascuno la forza di andare avanti.
“La preghiera ci aiuta perché ci unisce a Dio; ci apre all’incontro con lui“. Come vuole ribadire il Santo Padre, pregare è anche restare in silenzio affidando a Dio ciò che viviamo, poiché è il gesto più grande in cui si può instaurare quel dialogo profondo nel quale il Signore può darci il suo sostegno. Tante volte affidarsi alla preghiera non sembra la strada più concreta, ma la serenità che deriva dalla fede e da questa ‘comunicazione’ è stata, e può essere, per tanti (per tutti) un sostegno imprescindibile. E su questo valore profondo che il Pontefice invita a riflettere; “la preghiera apre il Cielo, da ossigeno alla vita“. E l’importanza del Battesimo, celebrata oggi, ricorda che nel momento in cui ciascuno ha ricevuto questo sacramento si è palesato in lui il fatto di essere rinati ed essere diventati “Figli di Dio con Gesù“.
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