Appare esaurito da giorni, nelle farmacie italiane, l’antibiotico più utilizzato per i malati di Covid sia a casa che in ospedale. Si tratta dello Zitromax e del corrispondente generico. A mancare sarebbe la molecola necessaria per la produzione del farmaco. Un medicinale che si prescrive in associazione ad anti infiammatori. La difficoltà nel reperimento del Zitromax è dovuta all’enorme utilizzo negli ultimi due mesi. Legato, ovviamente, al repentino, fortissimo, aumento dei contagi da Sars-CoV-2 in Italia, ormai a quota 200mila casi al giorno. Ma è probabile che sia scattato l’accaparramento anche da parte di chi non ha contratto la malattia ma ha il timore di restare contagiato.
Covid, in campo altri farmaci?
L’antibiotico Zitromax ed il generico si usano nella terapia contro il Covid a seguito di diversi studi scientifici. Il farmaco risulta efficace sia per contrastare eventuale complicanze nei malati dovute a batteri, sia con valenza di immuno modulante contro il virus Sars-Cov2. Ora può darsi che l’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, dia presto l’indicazione per l’utilizzo di un’altra famiglia di antibiotici al posto di quello mancante.
Le Regioni più a rischio
L’enorme quantità di nuovi casi, spiega il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, “incontra una popolazione suscettibile troppo numerosa e sta progressivamente saturando gli ospedali“. Di conseguenza “molte regioni si avviano verso la zona arancione entro fine mese“. Per quanto riguarda il Covid, Calabria e Piemonte, sottolinea Cartabellotta, sono a zero posti disponibili in intensive e in area medica. La Liguria è a zero in area medica e un posto in intensiva, la Sicilia a zero in area medica e 4 in intensiva.
I nuovi casi a +50% in 7 giorni
Nella settimana dal 5 all’11 gennaio, rileva Gimbe, nel nostro Paese si è registrata una crescita del 49% delle infezioni. A quota 1.207.689 rispetto agli 810.535 della settimana precedente. La Fondazione di Cartabellotta parla di “misure insufficienti a frenare i contagi“. Secondo i dati Agenas, intanto, resta stabile al 18% la percentuale di terapie intensive occupate da pazienti Covid, ma cala in 8 Regioni.
Covid, bimbi e ragazzi ricoverati
Il 76% dei ricoveri in area medica di ragazzi tra i 5 e i 18 anni riguarda pazienti non vaccinati. Il 69% dei ricoveri in area intensiva dei piccoli fino a 4 anni riguarda bambini che hanno genitori non vaccinati. Lo riferisce Aopi, l’Associazione degli ospedali pediatrici italiani, che ha attivato un sistema di monitoraggio settimanale dei pazienti Covid ricoverati sia in area medica sia in area critica. La raccolta è stata effettuata nella giornata del 10 gennaio dalle 15 realtà italiane più importanti nell’ambito delle cure di più piccoli e giovanissimi.
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