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Quirinale, per il Centrodestra (nel pantano) è l’ora della verità

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A 24 ore dal ristretto vertice a tre sul Quirinale, fissato per domani 14 gennaio da Silvio Berlusconi con Giorgia Meloni e Matteo Salvini, quest’ultimo giura fedeltà al Cavaliere. “Il Centrodestra è compatto e convinto nel sostegno a Berlusconi” dichiara il capo leghista. Lo fa perché pensa a un possibile tavolo tra i partiti per il Colle e quindi intende mettere in chiaro che “non si accettano veti ideologici da parte della sinistra” sui candidati.

Quirinale: Salvini e Letta, sfida a distanza

Spero che nessun segretario e nessun partito si sottraggano al confronto e alla responsabilità”, aggiunge poi il leader della Lega. Berlusconi ha già avuto un contatto telefonico proprio con Salvini per ribadire l’importanza di “preservare l’unità della coalizione“. Tutto però fa pensare che il segretario della Lega, riaffermando la volontà di indicare il capo di Forza Italia per il Quirinale abbia voluto mandare un messaggio preventivo al Partito Democratico. Il cui segretario, Enrico Letta, aveva chiesto di togliere dalla lista dei possibili candidati proprio Berlusconi. “Niente veti“, dice in sostanza Salvini. Il punto è che la Lega sta già preparando un piano B. Dove per B. non si intende Berlusconi bensì un candidato di Centrodestra votabile anche dal Centrosinistra.

“Centrosinistra pronto al dialogo”

Centrodestra unito nel nome di Berlusconi al Quirinale? “Noi siamo assolutamente disponibili a dialogare ma abbiamo già detto che il dialogo deve avvenire su un nome condiviso di una personalità istituzionale, non di un capo partito. Lo abbiamo detto in modo chiaro, mi sembra una cosa di buonsenso, non eccezionale o strana“. Così il segretario PD, Enrico Letta, interviene sulle parole di Salvini. Il quale si è detto disponibile a restare al governo anche senza Draghi. “In queste ore c’è qualche elemento di dialogo positivo, ma siamo solo all’inizio“, afferma.

Quirinale, il Gianni Letta pensiero

Nello stesso senso sembrano andare le dichiarazioni di Gianni Letta, tra i più ascoltati consiglieri di Berlusconi. “Il clima che si respirava quando è stato commemorato David Sassoli in Parlamento era straordinario – afferma – c’era il desiderio da tutte le parti di contribuire a guardare agli interessi del Paese e non di parte“. “Se il clima sentito alla Camera e al Senato nel ricordo di David fosse quello che porta i grandi elettori a votare per il Presidente della Repubblica sarebbe una grandissima lezione. E il contributo di David alla pacificazione del Paese e allo sviluppo dell’Italia“.

Le regole per votare in Aula

L’Ansa rende note, intanto, le regole previse per l’elezione del Capo dello Stato al Quirinale in tempi di Covid. Solo 200 parlamentari potranno accedere contemporaneamente in Aula a Montecitorio durante le votazioni. Nelle tribune invece potranno accedere 106 grandi elettori senza contingentamento per gruppo. Per la votazione del Presidente nell’Aula di Montecitorio saranno allestiti quattro ‘catafalchi‘: gli stessi utilizzati solitamente per le votazioni segrete ma dotati di accorgimenti particolari anti Covid. Alla cerimonia del giuramento del nuovo Capo dello Stato i grandi elettori dovranno possedere il risultato di un tampone negativo fatto la mattina stessa.

Enrico Letta e Giuseppe Conte a colloquio. Foto Twitter @sissiisissi2

LEGGI ANCHE: Mattarella alla camera ardente di Sassoli. Gli Usa: “Campione di democrazia”

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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