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Caso Djokovic, Il visto annullato per la seconda volta. Cosa succede ora e cosa rischia

Un bando di tre anni e le conseguenze che coinvolgono anche la Spagna e la sua Serbia. Il pasticcio di Nole si allarga e si sposta sempre più in tribunale

Motivi di salute e di ordine pubblico“. L’Australia non guarda in faccia neppure al numero 1 del tennis mondiale Novak Djokovic e annulla con questa motivazione il visto una seconda volta. Il dicastero dell’immigrazione australiano, con una nota ufficiale (vedi la foto sotto) del ministro Alex Hawke, ha spiegato i motivi. Sottolineando i poteri che lo hanno portato a ribadire l’espulsione. In sostanza mantiene la linea dura sulla protezione dei confini, soprattutto dalla diffusione del Covid-19 nel paese che ha sofferto un lungo lockdown.

 

La decisione arriva all’indomani del sorteggio del tabellone per gli Austalian Open, che primo torneo al mondo aveva optato per obbligo vaccinale per gli atleti (e addetti ai lavori) già lo scorso novembre. E non giocare lo slam – quello che avrebbe potuto offrirgli la possibilità di vincere l’ambito titolo da record n.21 – al momento sembra davvero il minore dei mali per Nole.

Ricordiamo che al primo stop avvenuto immediatamente allo sbarco a Melbourne, in terra Aussie, il serbo ha risposto impugnando la decisione, accettando la detenzione, fino alla prima vittoria in tribunale.

 

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Nel mezzo una serie di dichiarazioni – alcun non proprio favorevoli al tennista, sue, della famiglia e dell’entourage – che hanno avuto l’effetto contrario al chiarimento. Le autorità australiane hanno raccolto prove e imbastito il caso, che come ho sottolineato più volte, ha poco a che fare con lo sport, e più con un vero e proprio caso di immigrazione, con le aggravanti dei tempi – e delle paure – del Covid.

Pasticcio Novak Djokovic: cosa accade ora e cosa rischia

In contemporanea con la decisione governativa, il campione serbo ha spostato il previsto allenamento con libero accesso alla stampa in un campo lontano dai riflettori. Ora si aprono almeno un paio di scenari. In primis Novak Djokovic dovrà presentarsi davanti all’ufficio immigrazione che ha tecnicamente il potere di imbarcarlo sul primo volo per l’Europa. E solo allora si capiranno le intenzioni e le possibilità sue di restare in Australia, come di manovra dei suoi legali.

Il caso si è ulteriormente ingarbugliato proprio per le dichiarazioni rilasciate dall’atleta e dal suo staff che dimostrerebbero la violazione dei protocolli per contenere la diffusione del Coronavirus in ben due paesi diversi. Prima nella sua Serbia, quando è andato liberamente in giro, con tanto di intervista rilasciata il 18 dicembre scorso al noto quotidiano sportivo l’Equipe sapendo già di essere positivo. E le autorità serbe non hanno nascosto il disappunto nei giorni scorsi. E poi il passaggio in Spagna – parrebbe anche qui violando le norme – per volare a Dubai e quindi raggiungere l’Australia. Proprio questa dichiarazione sarebbe stata, per la sua mendacità, sufficiente a giustificare l’espulsione dal paese, senza contare il divieto di “passare” per altri paesi nei 14 giorni precedenti all’arrivo nella terra dei canguri.

Il comunicato è definito dai commentatori come fermo, ma non fa menzione dei rischi più importanti per Nole: il possibile bando di tre anni dall’Australia. In ogni caso i legali del tennista opporranno ricorso e chiedono la discussione in tempi lampo, visto che proprio l’Australian Open partirà tra solo tre giorni, lunedì 17 gennaio.

Contro Novak Djokovic: alcuni tennisti e la spaccatura del web

E ora caso accadrà sul campo da tennis? Il russo Andrej Rublev testa di serie n.5 è previsto da regolamento scatti al posto della n.1 con una rotazione ‘infernale’ per tutti i giocatori, soprattutto nella parte alta del tabellone che vede presente anche il nostro Matteo Berrettini. I colleghi all’inizio non si sono esposti; a dire il vero tranne alcuni post o dichiarazioni che sottolineavano un certo disappunto per le “menzogne” di Novak Djokovic, e qualcun altro della necessità di regole uguali per tutti. Poi nella giornata di ieri sono arrivate le parole ad una tv indiana di Stefanos Tsitsipas, anche lui contrario al vaccino e costretto alla somministrazione per scendere in campo: “Ha giocato con le sue regole. E ha fatto quello che molti giocatori non hanno potuto fare soprattutto dopo che la Atp ha annunciato i criteri per entrare nel Paese“.

Infine c’è il campo virtuale, dove i social sono letteralmente esplosi con l’hastag #DjokovicOut dove si trova di tutto: dai meme più simpatici, ai commenti no-vax di appoggio al serbo, passando a qualche sfottò davvero meritevole. Uno che strappa un sorriso in questo brutto “pasticcio”, lo trovate sotto. Parafrasando il commento iniziale del grande Adriano Panatta che aveva paragonato il serbo al romanissimo Marchese del Grillo, scrive:

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Angela Oliva

Direttore Responsabile
Pugliese di nascita, muove le sue prime esperienze giornalistiche tra Palio, Sport e Cronaca bianca a Siena durante il periodo universitario divenendo pubblicista subito dopo la laurea con lode in Scienze della Comunicazione. Con il trasferimento a Roma inizia il praticantato che la porterà a diventare professionista nel 2008. Si è occupata di gambling, dipendenze, politica estera (ha una seconda laurea sempre con lode in Scienze internazionali e diplomatiche), ippica, economia. Ha collaborato con giornali, TV (Telenorba), l'agenzia di stampa nazionale Il Velino-AGVNews e con diverse realtà specializzate. Diverse le esperienze in agenzie come account ed advisor del settore bancario, di associazioni di categoria, di comunicazione pubblica, turismo, trasporti, cybersecurity, compliance & risk management, telecomunicazioni, 5G e di gaming.
In parallelo si è occupata di Comunicazione strategica e Marketing come manager in azienda - trasferendosi a Rimini - assumendo spesso anche la responsabilità delle Relazioni esterne. Ha approfondito, con due diversi master, anche i temi della Corporate Social Responsibilty e della Sostenibilità.

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