Covid, le regioni a rischio zona arancione: ecco cosa cambia
Dal 17 gennaio Sicilia e Valle d'Aosta potrebbero avere limitazioni. In arancione restrizioni per i non vaccinati. E torna l'autocertificazione
La situazione epidemiologica del Covid in Italia non consente di immaginare che tutto il nostro Paese resti fra zona bianca e, al massimo, gialla. Sulla base del monitoraggio del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità di oggi 14 gennaio, alcune Regioni potrebbero infatti passare in zona arancione. A partire da lunedì prossimo 17 gennaio. Per l’ufficialità è necessario aspettare le ordinanze del ministro della Salute, Roberto Speranza. Si tratta, in particolare, di Valle d’Aosta e Sicilia.
Zona arancione, quando scatta
Un territorio passa dalla fascia gialla alla zona arancione quando avviene il superamento simultaneo di tre indicatori. Ovvero il tasso di occupazione delle terapie intensive oltre il 20%, quello nei reparti ordinari oltre il 30% e l’incidenza settimanale dei casi Covid oltre i 150 positivi ogni 100mila abitanti. Valle d’Aosta e Sicilia superano adesso tutti gli indicatori critici. In Valle d’Aosta le terapie intensive sono occupate al 21%, le aree mediche al 54% e l’incidenza, relativa al periodo che va dal 10 al 13 gennaio, è arrivata a 1867,21 casi ogni 100mila abitanti. I posti letto disponibili nelle terapie intensive in Sicilia sono occupati al 20%, quelli nei reparti ordinari al 34%. L’incidenza è di 939,98 casi ogni 100mila abitanti.
I casi Piemonte, Friuli e Calabria
Ma in realtà diverse altre regioni sono vicine alla zona arancione, come il Piemonte. Qui, le terapie intensive, al 23%, hanno già superato la soglia critica. I reparti ordinari si fermano al 28%. L’incidenza arriva a 1381,68 casi ogni 100mila abitanti. Così anche il Friuli-Venezia Giulia, con le terapie intensive al 23%, le aree mediche al 29% e l’incidenza a 1204,98 casi ogni 100mila abitanti. In Calabria, invece, a preoccupare sono i reparti ordinari, occupati al 39%, mentre le terapie intensive si fermano al 17% e l’incidenza è di 499,84 casi.
“La Lombardia resta gialla”
La Liguria supera i parametri previsti per i reparti ordinari (37%) e per l’incidenza (1524,34 casi), mentre le terapie intensive si fermano appena sotto la soglia, al 18%. La zona arancione, dunque, non dovrebbe scattare. Simile la situazione in Lombardia, con le terapie intensive al 17% e l’incidenza a 1441,35 casi, ma con le aree mediche occupate al 33%. “La Lombardia rimarrà gialla anche la prossima settimana” ha detto il governatore Attilio Fontana. Nelle Marche le terapie intensive sono oltre la soglia, al 23%, e così anche l’incidenza (842,46), ma i reparti ordinari sono al 26%. Altri territori che superano i parametri per le terapie intensive sono la Toscana (22%), la provincia autonoma di Trento (28%), il Lazio (22%) e l’Abruzzo (20%).
Zona arancione, limiti ai no vax
Come già per la zona gialla anche per la zona arancione le restrizioni sono differenti rispetto al passato. Il punto è che non riguardano chi possiede il Super Green Pass (vaccinazione o avvenuta guarigione). Ma soltanto le persone che non sono vaccinate. Per chi non ha il Super Pass gli spostamenti verso altri comuni della stessa regione o verso altre regioni sono consentiti solo per lavoro, necessità, salute o per servizi indisponibili nel proprio comune. Serve quindi l’autocertificazione. Vietato l’accesso ai negozi presenti nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi, tranne alimentari, edicole, librerie, farmacie, tabacchi. Non si può partecipare a corsi di formazione in presenza e praticare sport di contatto all’aperto.
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