Sale l’agitazione nelle stanze del potere, quando mancano ormai solo 7 giorni all’elezione del Capo dello Stato. Una novità arriva in chiave Quirinale dagli ex parlamentari pentastellati, un gruppo che, tra fuoriusciti ed espulsi per non aver votato il Governo Draghi conta circa 40 fra deputati e senatori. Per loro il candidato al Colle sarà il vicepresidente emerito della Corte Costituzionale, Paolo Maddalena. “Per individuare una figura di alto profilo morale e tecnico – annunciano i parlamentari – si è aperto un confronto tra parlamentari del Gruppo Misto di Camera e Senato all’opposizione”. Un confronto “che ha portato all’indicazione del professor Paolo Maddalena“.
Maddalena, dunque, è il primo candidato al Quirinale formalizzato da alcuni dei grandi elettori. Difficile immaginare che possa avere anche reali chances di elezione. Così come appare ogni giorno meno facile pensare che il candidato ancora non ufficiale, Silvio Berlusconi, abbia concrete possibilità di diventare Presidente della Repubblica. Lo sottolinea il segretario di Italia Viva, Matteo Renzi, in un’intervista al Corriere della Sera. “Io parlo con tutti – spiega – vedremo se il Centrodestra avanzerà formalmente una candidatura. Nel vertice di venerdì è emerso che il sogno quirinalizio di Berlusconi non ha i numeri“.
Ad avviso di Renzi, “Draghi a Palazzo Chigi è una garanzia per il Paese nell’anno di legislatura che ci rimane“. Mentre al Quirinale “garantisce l’Italia, per sette anni.” “Sono entrambe buone soluzioni“, ma “se andrà al Quirinale dovrà esserci un accordo politico contestuale sul Governo”. Un Governo dei leader se Draghi va al Colle? “Non è probabile, ma ha un senso”, dice Renzi. “Berlusconi non ha alcuna chance di fare il Presidente della Repubblica: è circondato da persone che lo assecondano nei suoi sogni. Non ha i numeri.”
“E che si faccia la gara alle telefonate è una cosa fuori dalla grazia di Dio – aggiunge il leader di Italia Viva – L’abbiamo detto quando queste telefonate a Ciampolillo le faceva la sinistra. Sbagliava Conte, sbaglia Berlusconi. Non alla doppia morale della sinistra“. “Se mi chiama Berlusconi glielo dico in faccia. Credo che Meloni e Salvini cambieranno idea, alzeranno il piede dall’acceleratore prima di andare a sbattere” sul Quirinale. “Anche per loro Berlusconi è un’operazione ‘lose- lose’. Credo che lo diranno al Cavaliere“.
Due strade sono invece possibili in vista del Quirinale secondo il Dem Goffredo Bettini. Nella prima, spiega al Corriere della Sera, la politica ha uno scatto. E propone a Mario Draghi un patto di un anno, individuando per il Colle una figura alta per guidare la transizione verso un sistema politico più equilibrato. A questa operazione dovrebbe collaborare soprattutto Matteo Salvini. Ma se questa dovesse fallire, la seconda “è obbligata“. “Si chiede a Sergio Mattarella di accettare un altro mandato o si verifica la disponibilità che Mario Draghi ha lasciato intuire.”
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