Ucraina sotto shock per le parole di Biden sull’invasione russa
Sconcerto a Minsk dopo la previsione del Presidente Usa sulle mosse delle truppe di Mosca. Oltre 100mila i soldati ammassati ai confini
Sembra diventare sempre più aspra la tensione politica e militare in atto da settimane fra Russia e Ucraina. Dopo che Kiev e la Nato si sono avvicinate la situazione sta precipitando. Come se non bastasse, il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha reso affermazioni che hanno destato profondo sconcerto fra i dirigenti ucraini. Alla Cnn funzionari di Kiev hanno dichiarato di aver letto una sorta di via libera all’invasione del proprio paese da parte di Vladimir Putin.
Ucraina, le parole di Biden
Nel corso della conferenza-maratona di due ore, ieri 19 gennaio, il Presidente degli Usa ha detto di attendersi che Putin assuma qualche azione. E invada l’Ucraina. In tal caso la risposta americana “dipenderà da cosa farà” la Russia. La Casa Bianca ha poi dovuto chiarire le parole di Biden, spiegando che a qualsiasi attraversamento del confine ucraino, da parte di truppe russe, ci sarà una “risposta dura e unita dagli Stati Uniti e dagli alleati“.
Soldati russi ai confini
Per quanto appaia incredibile agli occidentali, la possibilità di una nuova invasione russa in Ucraina – dopo l’annessione a Mosca della Crimea nel 2014 – si è fatta realistica. Dal novembre scorso Putin sta ammassando decine di migliaia di soldati vicino al confine dell’Ucraina orientale. Non solo. Negli ultimi giorni sono aumentate le truppe che, attraverso il placet della Bielorussia, stanno affluendo da nord verso l’Ucraina, nel territorio di Minsk.
Putin contro la Nato
La Russia non tollera anche solo l’idea che Kiev possa entrare nell’orbita della Nato a guida americana. Sarebbe come se il Messico, ai confini degli Stati Uniti, entrasse in un’alleanza filorussa e antiamericana. Per questo Putin minaccia di intervenire con una prova di forza. Qualcosa che fa tornare alla memoria le invasioni sovietiche dei paesi del blocco di Varsavia: Ungheria (1956), Cecoslovacchia (1968), Polonia (1981). Mosca chiede all’Occidente di rinunciare esplicitamente al processo del cosiddetto allargamento a est della Nato.
L’annessione della Crimea
Negli ultimi 15 anni, ricorda ilPost.it, la Russia ha mostrato in diverse occasioni di essere disposta a usare la forza per garantire la propria influenza nei paesi vicini. È accaduto nel 2008 in Georgia, dove Mosca intervenne ricacciando indietro le truppe che avevano invaso l’Ossezia del Sud. Ma la cosa si è ripetuta nel 2014 in Crimea, quando uomini a volto coperto furono mandati da Putin a prendere il controllo della penisola ucraina, poi annessa tramite un controverso referendum. Ad aprile la Russia aveva spostato circa 40mila soldati al confine con l’Ucraina. Ma adesso sono oltre 100mila, accompagnati da centinaia di carri armati e missili. Il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, alleato di Putin, ha annunciato l’arrivo nel suo paese – che confina a sud con l’Ucraina – di soldati e mezzi russi. Il tutto per esercitazioni militari congiunte che avverranno anche vicino alla frontiera con il territorio ucraino.
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