Tennis e Coronavirus, Djokovic e gli investimenti nei farmaci anti-vaccino
Quello che nel 2020 poteva essere solo un progetto assai remunerativo oggi viene letto anche in altra chiave
Anche se i suoi social tacciano, non si sono spenti i riflettori sul numero 1 del tennis mondiale Novak Djokovic. Il mondo intero ha atteso l’esito della contesa. Fin dal 4 gennaio scorso, giorno del post su Instagram che annunciava l’arrivo in aeroporto a Melborune e la possibilità di giocare l’Australian Open grazie ad una particolare esenzione medica. Nonostante l’obbligo vaccinale. Telenevola giudiziaria infinita, durata ben due passaggi in un aula di tribunale: il primo favorevole al serbo, il secondo definitivo al governo australiano. Al momento non sappiamo ancora se rischia anche l’allontanamento come previsto dalla legge aussie per i prossimi tre anni. Abbiamo assistito a molta polemica, perfino alla detenzione della star della racchetta e zero tennis, almeno suo.
Djokovic, vaccino e farmaci
La sconfitta nel braccio di ferro politico-giuridico ha visto il tennista tornare a riposarsi a Belgrado, ma i riflettori restano accesi. E non solo per i prossimi tornei dove, come in Australia con obbligo vaccinale, esisteranno regole rigide per l’accesso al singolo paese dove si disputeranno i tornei: vedi gli appuntamenti americani, l’Open di Francia (altro major da difendere per il serbo con i tanti punti in classifica) e forse anche Roma. I suoi stessi avvocati hanno dichiarato durante le udienze pubbliche che Nole non mai di fatto chiarito del tutto la sua posizione in merito al vaccino. Era tutto implicito e mai chiaro. Almeno come lo sono stati i tanti errori, procedurali e di comunicazione.
Ora però arriva una novità interessante. Secondo quanto ha reso noto l’agenzia di stampa Reuters, ripreso da molti tabloid inglesi nelle ultime ore, Novak Djokovic e sua moglie Jelena hanno acquistato una quota di maggioranza di QuantBioRes nel giugno del 2020. Possiedono rispettivamente il 40,8 e il 39,2 della società. Potrebbe essere un’investimento assai lungimirante, dal momento che è stato fatto praticamente al principio della pandemia. Per intenderci quando l’Italia usciva dal primo lock down solo il 4 maggio 2020 e il nostro torneo di tennis più importante – gli Internazionali di Roma – rinviato a addirittura a settembre, vinto proprio da Nole.
La sperimentazione di un trattamento non vaccinale
Il Ceo della QuantiBioRes Ivan Loncarevic – che ha anche fatto dichiarazioni pro Djokovic al Financial Times nelle settimane della diatriba australiana, rassicurando sulle posizioni no anti vax del serbo – starebbe lavorando ad un trattamento per il Covid-19. Si tratterebbe di un peptide che inibisce il Coronavirus dall’infettare la cellula umana. L’azienda prevede di avviare studi clinici sull’uomo nel Regno Unito la prossima estate.
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