In occasione della preghiera dell’Angelus di domenica 23 gennaio, Papa Francesco pone una riflessione sul significato della predicazione. Nella liturgia odierna, come sottolinea il Pontefice, Gesù inaugura la sua predicazione; è la prima volta che il figlio di Dio fa la sua “predica“, a Nazareth, nella città in cui è cresciuto. L’invito del Santo Padre è quello di riflettere sull’attualizzazione della Parola, sul quel “oggi” che il Signore pronuncia e sull’importanza di vivere il Vangelo nel presente. Non si tratta di qualcosa che appartiene al passato, ma è una presenza costante; ed in questo direzione, si proietta anche l’invito ai predicatori di oggi, di non usare le omelie come “conferenze“, ma piuttosto come l’unico mezzo per diffondere la Parola, nelle menti e nei cuori.

Il Messia

Come spiega Papa Francesco, prima della consueta preghiera domenicale dell’Angelus, il Vangelo di oggi è dedicato a Gesù e alla sua prima ‘omelia’. Si tratta di un momento focale, perché segna l’inizio in cui il Figlio di Dio annuncia di essere il Messia; Egli si alza a leggere e, come spiega il Pontefice, “trova il passo riguardante il Messia, che proclama un messaggio di consolazione e liberazione per i poveri e gli oppressi“, ed in quel contesto, quando la platea lo guarda in silenzio, che Gesù proclama “Oggi si è compiuta questa scrittura“.

A questo punto il Santo Padre invita a soffermarsi su quel “oggi” pronunciato dal Signore; in assoluto la prima parola della predicazione di Gesù riportata nel Vangelo di Luca. Una parola pronunciata dal Signore che assume un significato profondo “che attraversa ogni epoca e rimane sempre valido“; poiché, come vuole evidenziare Papa Francesco, la Parola di Dio è sempre attuale, non è radicata nel passato, non è un racconto che riguarda fatti antichi, essa è “oggi“. “Quando tu ascolti la Parola di Dio, inizi un oggi“; così come Gesù ha la capacità di attualizzare la profezia del Profeta Isaia (sulla venuta del Messia) proclamata secoli prima, allo stesso modo Gesù ha il ‘potere’ di rendere la Parola presente tutti i giorni, come un messaggio di salvezza che non passa nel tempo.

L’Angelus della predicazione

Nella sua esortazione che precede la preghiera dell’Angelus, Papa Francesco si rivolge anche ai predicatori di oggi; vescovi e sacerdoti che durante le omelie rimangono generici, astratti, senza toccare mai la concretezza che la Parola di Dio vuole trasmettere. Discorsi che risultano dunque incomprensibili per quei fedeli che “passano il tempo a controllare l’orologio nell’attesa che l’omelia termini“; ma, ovviamente, il valore della predicazione non è questo. Le omelie, le predicazioni, i discorsi sulla Parola dovrebbero toccare sempre l’anima e soprattutto la vita della gente; solo in questo modo ciascuno si può sentire realmente coinvolto e in grado di sentire sua la Parola del Signore.

Se i predicatori mancano della forza del “oggi” è impossibile attualizzare il Vangelo; “Tante omelie – afferma il Papa con dispiacere – sono astratte, che invece di infiammare l’anima l’addormentano“. Senza l’attualizzazione, infatti, la predicazione rischia di diventare astratta, di scadere nel moralismo, di essere vuota e “presenta il Vangelo con distacco, come se fosse fuori dal tempo. E questa non è la strada“. Una Parola che “non pulsa la forza dell’oggi” non può essere degna di Gesù e non è capace di aiutare la vita delle persone, che si sentono estraniate. “Per questo – Papa Francesco si rivolge qui ai predicatori – chi predica deve essere il primo a sperimentare l’oggi, per poterlo comunicare nell’oggi degli altri“.

L’importanza di familiarizzare con la Parola di Dio

Papa Francesco tiene a ringraziare i predicatori e gli annunciatori del Vangelo che mantengono fede alla Parola che scuote il cuore, che rimangono “fedeli all’oggi“. La “dolce forza di Gesù, rende la Parola viva“. Il Papa tiene a sottolineare che la Parola di Dio è viva, che entra nella vita di ognuno, nelle vicende personali, nelle relazioni “illumina il nostro quotidiano“. “La Parola di Dio trasforma una giornata qualsiasi nell’oggi in cui Dio ci parla“; il Santo Padre invita tutti i fedeli a leggere il Vangelo, a trovare un piccolo brano da leggere ogni giorno, da sentirsi desiderosi di ascoltare, con calma, quello che il Signore vuole comunicare; “con il tempo scopriremo che quelle parole sono fatte a posta per noi, per la nostra vita“.

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