Terzo giorno di scrutinio per il Quirinale, e senza doppio voto quotidiano. Il Parlamento e i delegati regionali continueranno infatti a votare una sola volta al giorno, come ha annunciato il questore della Camera, Gregorio Fontana. Anche oggi 26 gennaio è sostanzialmente impossibile l’elezione del Capo dello Stato: prevarranno le schede bianche. Voterà in questo senso il Centrodestra, malgrado il passo indietro di Fratelli d’Italia che sembra uscire dalla stretta unitaria di coalizione voluta da Salvini e da Berlusconi.

Quirinale, FdI vota Crosetto

Fra le novità da registrare, dopo l’avvio della chiama alle 11 di stamani 26 gennaio, c’è appunto lo smarcamento di Fratelli d’Italia dall’ordine di scuderia del Centrodestra di votare scheda bianca. I grandi elettori meloniani non hanno risposto all’appello a depositare le schede nell’urna. “Fratelli d’Italia non voterà scheda bianca a seguito delle valutazioni dentro il partito. Fermo restando l’assoluta compattezza del Centrodestra che non è minimamente in discussione l’immagine che il Parlamento sta dando agli italiani è incomprensibile. Dobbiamo dare all’assemblea un segnale: non si può continuare a rimanere per giorni in una situazione di stallo“. Fdi dunque voterà per Guido Crosetto, un quarto nome rispetto ai tre – Letizia Moratti, Carlo Nordio e Marcello Pera – indicati ieri unitariamente da FI, FdI e Lega.

Maria Elisabetta Alberti Casellati

Tajani: “Il Colle è una partita da vincere

Sia Matteo Salvini che Antonio Tajani hanno intanto incontrato i grandi elettori dei loro partiti. Il coordinatore nazionale di Forza Italia, Tajani, ha riferito di aver sentito Silvio Berlusconi che insisterebbe per “un Centrodestra unito“, riporta l’Ansa. Parlando della terna di nomi proposta dal Centrodestra, Tajani avrebbe affermato che “è una partita a scacchi che vogliamo vincere” e che oggi le trattative proseguono.

Reputazione al Quirinale, Draghi in testa

In questi giorni di voto per l’elezione del successore di Sergio Mattarella al Quirinale, Zwan, azienda specializzata in corporate reputation, ha stilato una classifica reputazionale dei possibili candidati al Colle. Una graduatoria che tiene conto sia della considerazione di cui gode presso l’opinione pubblica il singolo ‘papabile’, sia della reputazione che, di riflesso, toccherebbe l’Italia a livello internazionale. La ricerca indica Mario Draghi al primo posto, subito seguito da Marta Cartabia, Elisabetta Casellati, Gianni Letta e Paolo Gentiloni. Tutti esponenti di primo piano della scena politica e istituzionale ampiamente papabili, almeno sulla carta, per il Colle.

Toti e Renzi, centristi all’attacco

Penso e spero che il senso di responsabilità prevalga in tutti e si trovi la soluzione più ampia possibile nel giro delle prossime 48 ore“. Così Giovanni Toti, vicepresidente di Coraggio Italia fuori da Montecitorio. Intanto Enrico Letta, Debora Serracchiani, Simona Malpezzi hanno convocato alle 21 un’assemblea dei grandi elettori del PD. Dal canto suo Matteo Renzi, leader di Italia Viva, appare rilassato. “Draghi o Casini, o altri, i nomi ci sono” ha dichiarato stamani alla maratona di Mentana su La7, smentendo categoricamente i rumors su uno scambio tra la presidenza del Senato a Italia Viva contro il voto a Elisabetta Casellati nuovo Capo di Stato. Ma se l’intesa fra destra e sinistra dovesse diventare difficile, Renzi è pronto a fare da ago della bilancia. E afferma: “C’è l’occasione per fare un patto su una riforma presidenzialista per l’elezione diretta del Capo dello Stato da parte dei cittadini“.

Matteo Renzi

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