Alla vigilia del quarto scrutinio per il Quirinale, giovedì 27 gennaio – con l’asticella abbassata a 505 voti – calano le schede bianche. Sui mercati finanziari, però, sale lo spread, a 140 punti base. Dai grandi elettori arrivano segnali più chiari. Nel terzo scrutinio sono stati 125 i voti per il Mattarella-bis; 114 preferenze a Crosetto, quasi il doppio dei 63 grandi elettori di FdI che lo ha candidato. Quarto è il giurista Maddalena, votato da Alternativa c’è e ex M5s, che raggiunge 61 voti; 52 preferenze per Casini, con la benedizione centrista. Otre a quelli della rosa presto sfiorita del centrodestra, con il petalo mai davvero coperto della Casellati, restano i nomi di Draghi e Casini.
Quirinale, Salvini cerca Cassese?
Matteo Salvini incontrerà gli alleati di governo, ovvero Pd, M5s, Iv. Il vertice dei leader del Centrodestra si terrà domattina alle 8.30, prima della quarta chiama. In base a quanto viene riferito, fra i nomi sul tavolo ci sarà quello di Pier Ferdinando Casini. “Siamo vicini a una soluzione” ha detto il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari. Poco più tardi, Il Foglio segnala la presenza del leader della Lega a casa di Sabino Cassese, 86 anni, ex giudice della Consulta, ministro del governo Ciampi. Poco dopo, fonti della Lega smentiscono l’incontro.
Letta: “Presidente non di destra“
“Ora viene il passaggio più complesso, in cui ognuno di noi ha una idea e dobbiamo trovare una sintesi. Una complessità mai così forte“, avrebbe detto Enrico Letta in serata all’assemblea dei grandi elettori PD. “A differenza degli altri – ha aggiunto – noi siamo partiti con i quattro punti cardinali della nostra bussola e stiamo arrivando con gli stessi punti cardinali. Questo lo rivendico: grazie alla nostra fermezza il Centrodestra ha fatto i conti con la realtà. Perché qualunque presidente voteremo venerdì – qualcuno di noi sarà contento, qualcun’altro meno – l’obiettivo più grande lo avremo raggiunto. Tramontata la candidatura di parte, si negozierà infatti un nome non di parte e autorevole. E questa è una nostra vittoria: non ci sarà un Presidente di destra“.
Di Maio: “Al Quirinale un nome condiviso“
Il Movimento Cinque Stelle si ricompatta sul fronte del Centrosinistra allargato e, almeno in apparenza, sposa una linea di mediazione. “Se domani si va al muro contro muro tra Centrodestra e centrosinistra, si rischia di spaccare seriamente la maggioranza. Cerchiamo un nome condiviso tra Centrodestra e Centrosinistra“. Così Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, interpellato sugli scenari in vista della quarta votazione per l’elezione del presidente della Repubblica, a margine dei lavori alla Camera sul Quirinale.
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