Il segreto, cara Alice, è circondarsi di persone che ti facciano sorridere il cuore. È allora, solo allora, che troverai il Paese delle Meraviglie“. Il Cappellaio Matto nella sua follia ha sempre dimostrato un’inconfondibile saggezza, frutto probabilmente della penna di Lewis Carroll. Il padre letterario di Alice nel paese delle meraviglie ha pubblicato il primo romanzo dedicato alle avventure della bambina inglese nel 1865 e, dopo un secolo e mezzo, è ancora tra le storie più amate da grandi e piccini.

A chi si è ispirato Lewis Carroll per Alice nel paese delle meraviglie

Alice è una bambina curiosa, dalla fantasia sconfinata, che pur di evadere inventa un mondo immaginario, il paese delle meraviglie, dove esistono creature particolari, ognuna con un difetto ben evidente. Senza mai abbandonare quel pizzico di follia, Alice incontra personaggi che arricchiscono il suo viaggio, dal Bianconiglio allo Stregatto. Un’immaginazione fervida, quella di Lewis Carroll. Tuttavia l’autore, per il personaggio di Alice, ha tratto ispirazione da una bambina realmente esistita e che si chiamava esattamente come la sua protagonista. Dietro lo pseudonimo da scrittore si celava Charles Lutwidge Dodgson, che nella vita era un professore di matematica. Conobbe la piccola Alice Liddlell per caso. All’epoca la bambina aveva appena quattro anni e aveva due sorelle, con le quali giocava spesso in giardino. Lo scrittore si affezionò alle bambine, raccontando loro le magiche storie con protagonista una tale Alice.

Man mano che cresceva, la vera Alice gli propose di racchiudere tutte quelle storie che raccontava loro su carta. E Carroll lo fece. La madre di Alice non vedeva di buon occhio quel particolare legame, così interruppe le visite. Nonostante ciò, Lewis Carroll scrisse quello che all’epoca intitolò Le avventure di Alice sotto terra e lo regalò alla bambina per il giorno di Natale. Era il 1864. L’anno seguente l’autore avrebbe pubblicato il romanzo che sarebbe poi diventato Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie. Anni dopo, pubblicò anche il sequel Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò. E, al suo interno, inserì un sottile riferimento a colei che aveva permesso alla sua storia di prendere vita. Nell’ultimo capitolo, le prime lettere di ogni riga formano due parole, un nome e cognome, quali appunto Alice Liddell.


Le erano successe tante cose straordinarie che Alice cominciava sul serio a credere che per lei non ci fossero cose impossibili“. Si racconta che Alice Liddell arrivò a vendere la prima copia del romanzo all’asta. A 76 anni, la donna fu costretta a sbarazzarsene a causa delle sue condizioni economiche precarie e quella copia le valse 15.400 sterline. Nonostante il valore economico, quella copia ha rappresentato la concretizzazione di un sogno. Del resto, come aveva scritto Carroll nel romanzo: “Sognare è l’unica libertà che nessuno potrà ostacolare.”

LEGGI ANCHE: Draghi e la corsa al Colle: si può fare a meno di lui?