Due corone di fiori in Largo 16 ottobre 1943 a Roma per commemorare il Giorno della Memoria, oggi 27 gennaio. Le hanno deposte la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, e il presidente della Camera, Roberto Fico. “La giornata della Memoria, che si celebra oggi in tutto il mondo, non ci impone solamente di ricordare i milioni di morti, i lutti e le sofferenze di tante vittime innocenti, tra cui molte italiane” ha dichiarato il Presidente Sergio Mattarella. “Ma ci invita a prevenire e combattere, oggi e nel futuro, ogni germe di razzismo, antisemitismo, discriminazione e intolleranza“.

Ragazzo offeso perché ebreo

La commemorazione del Giorno della Memoria avviene a pochi giorni da un fatto avvenuto in Toscana. Un ragazzo di 12 anni sarebbe stato insultato, preso a calci e colpito da sputi perché ebreo da due ragazze di 15 anni in un parco di Campiglia Marittima (Livorno). Il fatto, secondo quanto raccontato dalla pagina Facebook del Comune di Campiglia, è accaduto domenica 23 gennaio al parco Altobelli. Il padre del piccolo ha sporto denuncia ai carabinieri per ingiurie e lesioni.

Cos’è il Giorno della Memoria

Nel Giorno della Memoria, istituito dalle Nazioni Unite nel 2005, si celebra il ricordo della Shoah, lo sterminio del popolo ebraico da parte dei nazisti e dei loro collaboratori fascisti, nei lager tedeschi e non solo, durante la seconda guerra mondiale. Si calcola che furono circa 6 milioni gli ebrei di tutta Europa sterminati. La data del 27 gennaio è quella in cui, nel 1945, le truppe dell’Armata Rossa sovietica liberarono il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Largo 16 ottobre 1943 è invece il luogo simbolo della deportazione degli ebrei di Roma verso i campi di sterminio. Quel giorno 1.023 persone vennero catturate nel Ghetto e inviate al campo di stermino di Auschwitz-Birkenau. Ne tornano solo 16: 15 uomini e una donna.

Liliana Segre alla cerimonia

Ad accogliere la seconda e la terza carica dello Stato, stamani a Roma, il Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello, il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, e il Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni. Presente anche la senatrice a vita, sopravvissuta al campo di sterminio di Auschwitz, Liliana Segre. “Roma è stata segnata dalla guerra e dagli stermini del nazismo e non dimentica.” ha scritto sui social il sindaco, Roberto Gualtieri. Nella capitale oltre 60 appuntamenti per coltivare la memoria attraverso testimonianze, concerti, spettacoli teatrali, dibattiti.

Foto Twitter @romaebraica

Memoria in Europa, #WeRemember

A Bruxelles la Commissione europea ha deciso di illuminare nel Giorno della Memoria il suo quartier generale, l’edificio Berlaymont, con #WeRemember. Aderendo così a una campagna globale co-organizzata dal World Jewish Congress e dall’Unesco in memoria delle vittime della Shoah. Un modo “per ricordare i milioni di donne, uomini e bambini ebrei, nonché tutte le altre vittime uccise dal regime nazista“. Così la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Testimoni di Geova e nomadi

Tra le vittime dei nazisti ci furono migliaia di testimoni di Geova. Portavano un simbolo sull’uniforme: il triangolo viola. Dei circa 35mila Testimoni presenti nell’Europa occupata dai nazisti, più di un terzo subì una persecuzione diretta. Tra i perseguitati dal Terzo Reich anche gli appartenenti a etnie nomadi, fra cui i rom, e i sinti, contrassegnati da un triangolo marrone.

I triangoli per gli “inferiori”

Nel 1938 fu emanata la legge per la “lotta alla piaga zingara” e nel maggio del 1941 arrivò invece l’ordine di eliminazione di “tutti gli indesiderabili dal punto di vista razziale e politico”, in cui erano compresi “comunisti, asiatici inferiori, ebrei e zingari. Morirono tra le 196mila e le 300mila persone. Ogni minoranza veniva contrassegnata con un simbolo: il triangolo nero toccava agli “asociali“, fra cui i transessuali; il triangolo blu per gli emigrati antinazisti, quello rosso per i dissidenti politici e infine il rosa per gli omosessuali. Vittime della follia nazista anche gli slavi – prigionieri di guerra sovietici (3 milioni), polacchi, ucraini e bielorussi (3-4 milioni) – gli afroeuropei e i disabili (250-270mila).

Auschwitz le valigie accatastate dei deportati. Foto Domenico Coviello

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