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Ornella Muti, una carriera di successi per l’icona del cinema stasera a Sanremo

Inaugurerà lei la prima serata della kermesse sanremese, giunta alla 72esima edizione

Come è ormai noto, spetta a Ornella Muti il compito di inaugurare il Festival di Sanremo 2022 al fianco di Amadeus, in veste di co-conduttrice. È proprio lei difatti la prima delle cinque artiste scelte dallo stesso Amadeus, per il terzo anno di seguito al timone della kermesse, accanto a lui.

Al secolo Francesca Romana Rivelli, è uno tra i volti più noti del cinema italiano anche al di fuori dei confini nostrani. Sguardo magnetico e fascino intramontabile, in grado di ammaliare generazioni di spettatori, ha prestato il volto ai più grandi registi di sempre. Damiano Damiani, Mario Monicelli, Dino Risi, Marco Ferreri, Carlo Verdone, Ettore Scola, John Landis, Francesca Archibugi, Woody Allen e Paolo Virzì sono solo alcuni tra i nomi che spiccano sul suo curriculum. Di lei, inoltre, il compianto Diego Armando Maradona ha affermato: “Esiste un Maradona femmina? Sì, Ornella Muti.” Insomma, una fuori classe in tutto e per tutto, che ancora oggi sa incantarci.

Ornella Muti, dagli esordi al successo degli Anni Settanta

Nata a Roma il 9 marzo 1955, da padre napoletano e madre estone, viene scelta appena 14enne da Damiano Damiani per La moglie più bella, ispirato alla nota vicenda di Franca Viola. Proprio il regista le consigliò il suo nome d’arte, dal momento che esisteva Luisa Rivelli, interprete già affermata. Unendo perciò i nomi di due protagoniste di altrettante opere letterarie nate dalla mente di Gabriele D’Annunzio, rispettivamente La figlia di IorioIl Piacere: è così dunque Francesca Romana Rivelli è divenuta Ornella Muti.

Non passò molto prima che quel volto dai lineamenti angelici – che rasentavano la perfezione – e quello sguardo magnetico si facessero notare. Ottenne parti sempre più consistenti sia in fotoromanzi che in pellicole, nostrane e internazionali. Nel 1971 girò in Italia Il sole nella pelle, di Giorgio Stegani, e Un posto ideale per uccidere di Umberto Lenzi e, l’anno successivo, lavorò in Spagna apparendo in Un solo grande amore ed Esperienze prematrimoniali. Ma il 1974 a segnare, forse, uno dei suoi incontri professionali più importanti di sempre: Mario Monicelli. Nei panni della bella Vincenzina, al fianco di Ugo Tognazzi, Ornella Muti ottenne la consacrazione grazie a Romanzo popolare.

Si aprirono per lei le porte del grande schermo, sul quale si è divisa con alcuni tra gli artisti più amati di sempre. Ha preso parte a Come una rosa al naso di Franco Rossi, a fianco di Vittorio Gassman; ancora accanto a Ugo Tognazzi, per la regia di Dino Risi è apparsa in La stanza del vescovo e Primo amore; il 1977 segna inoltre l’anno de I nuovi mostri, per la regia a sei mani di Monicelli-Risi-Scola, candidato al Premio Oscar come Miglior Film Straniero. Diretta da Marco Ferreri, nel 1976 è invece la conturbante moglie di Gérard Depardieu, nel crudo L’ultima donna.

Proprio Monicelli e Ferreri saranno per Ornella Muti due punti di riferimento, come ammesso dalla stessa interprete in un’intervista rilasciata nel 2017 a VanityFair.it. “Nel cuore mi sono rimasti due maestri: Monicelli e Ferreri. Mario era cinico, sbrigativo, esile nel fisico e secco nella parola. Poche discussioni, idee chiare, decisionismo, coerenza. Se era sì, era sì. Se era no, no. Gli hanno detto: “Sei malato” e lui: “Benissimo, mi butto dalla finestra”. Marco invece era temuto, dissacrante, ingestibile.

Dagli Anni Ottanta e l’arrivo negli States ai giorni nostri

Il decennio successiva ha segnato, per Ornella Muti, la svolta statunitense. L’icona nostrana ha preso parte al kolossal Flash Gordon, di Mike Hodges, incantando anche i fan d’oltreoceano nei panni della Principessa Aura. Dalla fantascienza, è passata al thriller Per amore e per denaro di James Toback fino al dodicesimo capitolo della saga di James Bond, Agente 007 – Solo per i tuoi occhi con Roger Moore. Questi sono anche gli anni della discussa collaborazione con Adriano Celentano – il quale non sarebbe rimasto indifferente al fascino dell’interprete -che si concretizzò con Il bisbetico domato e Innamorato pazzo di Castellano e Pipolo.

Ornella Muti ha inoltre lavorato con Carlo Verdone, che recentemente, nella trasmissione a Domenica In, è tornato a parlare della loro duplice collaborazione. I due amati volti dello spettacolo nostrano hanno unito le forze, rispettivamente nel 1987 con Io e mia sorella e nel 1990 con Stasera a casa di Alice. In merito alla collega, Verdone ha ricordato con affetto: “Cara Francesca, io non potrò mai dimenticarmi di te perché insieme abbiamo fatto un ottimo film ‘Io e mia sorella’, dove tu sei stata magnifica. Sei stata te. La Ornella Muti che gli altri non conoscevano, la Francesca quella semplice della porta accanto. […] Abbiamo dei meravigliosi ricordi e io ho dei bellissimi pensieri per te sempre. Perché sei stata una compagna di lavoro veramente splendida.

Insomma, a discapito delle polemiche suscitate dal galà con Putin, a causa del quale Ornella Muti avrebbe finto un malore per disertare lo spettacolo nel quale era impegnata al Teatro di Pordenone, è chiaro che sia una delle interpreti più amate dal pubblico italiano.

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Lorenzo Cosimi

Cinema e tv

Romano, dopo la laurea triennale in Dams presso l’Università degli Studi Roma Tre, si è poi specializzato in Media, comunicazione digitale e giornalismo alla Sapienza. Ha conseguito il titolo con lode, grazie a una tesi in Teorie del cinema e dell’audiovisivo sulle diverse modalità rappresentative di serial killer realmente esistiti. Appassionato di cinema, con una predilezione per l’horror nelle sue molteplici sfaccettature, è alla ricerca costante di film e serie tv da aggiungere all’interminabile lista dei “must”. Si dedica alla produzione seriale televisiva con incursioni sui social.

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