È morto Tito Stagno, 92 anni, lo storico giornalista della Rai. Il suo nome resta legato per sempre alla sera del 20 luglio 1969, quando raccontò ai telespettatori lo sbarco dell’uomo sulla Luna. “Ha toccato! Ha toccato in questo momento il suolo lunare“: la storia dell’allunaggio è tutta in quella frase. Tito Stagno la pronunciò mentre – dal collegamento tramite il quale sentiva il dialogo tra gli astronauti e la centrale di Houston nel Texas – ascoltò i tecnici Nasa dire: “Reached Land”.
Il dissidio con Ruggero Orlando
Erano le 22:17 ora italiana, le 15:17 ora di Houston. Ci fu un piccolo contrasto, signorilmente ricomposto dallo stesso Stagno, con l’inviato Ruggero Orlando, altro storico giornalista Rai, che disse: “No, non ha ancora toccato!“. Stagno precisò poi, sempre in diretta televisiva, che Ruggero si riferiva ad altra comunicazione, mentre la navicella spaziale americana Apollo 11 aveva già raggiunto il suolo lunare, e successivamente aveva spento i motori.
Stagno e la maratona tv di 25 ore
La Rai dedicò oltre 25 ore di trasmissione, dallo studio 3 di via Teulada, all’evento epocale. In collegamento da Houston c’era appunto Ruggero Orlando. Una veglia rimasta nell’immaginario collettivo, che il giornalista ricordava spesso con nostalgia. Ma anche con una punta di amarezza, in quanto gli ricordava “una stagione di entusiasmi, di coraggio, di desiderio di conoscenza che si rivelò poi troppo breve”.
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Nato a Cagliari il 4 gennaio 1930, mezzobusto tv negli anni ’60 e ’70, Stagno si era appassionato alla vicenda dello Sputnik, lanciato nello Spazio dall’Unione Sovietica nel 1957. “Me ne occupai io e da allora quel settore in ascesa divenne un po’ il mio”, raccontava. E definiva “leggenda” la storia del battibecco avuto con Ruggero Orlando proprio durante la storica telecronaca dell’allunaggio. ”Eravamo molto molto amici: comunque, anche per motivi tecnici, io diedi la notizia 20 secondi prima di lui”.
Stagno, testimone dei grandi eventi
Stagno è stato anche inviato speciale al seguito delle grandi personalità del Novecento e responsabile della Domenica Sportiva, dal 1976 al 1995. Si è raccontato nell’autobiografia Mister Moonlight – Confessioni di un telecronista lunatico, scritta con Sergio Benoni, edita da Minimum Fax. È “l’avventurosa biografia di un ragazzino della provincia italiana del dopoguerra che passa i pomeriggi al cinema. E che all’improvviso si trova catapultato sul palcoscenico della storia, e qui si gioca la vita. Con tutta la consapevolezza che non basta essere testimoni del proprio tempo ma bisogna esserne, con curiosità e coraggio, protagonisti“.
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