Nel Movimento Cinque Stelle sembra approfondirsi il solco fra Luigi Di Maio e Giuseppe Conte. Due leader sempre più distanti se non avversari conclamati. Con una mossa a sorpresa, il ministro degli Esteri si è dimesso da presidente del Comitato di garanzia del M5S, ieri 5 febbraio. L’annuncio è arrivato con una lettera al capo politico dei pentastellati, Giuseppe Conte, e al Garante e fondatore, Beppe Grillo. Di Maio ha postato la lettera su Facebook: uno scritto in cui argomenta le sue ragioni. E col quale da un lato fa appello all’unità del M5S, dall’altro fa capire di voler dare battaglia. Secca la replica ufficiale dei pentastellati: “Da Di Maio passo giusto e anzi dovuto“.
Di Maio, perché il passo indietro
“Ho preso questa decisione perché voglio continuare a dare il mio contributo, portando avanti idee e proposte” ha scritto Di Maio. “Voglio dare il mio contributo sui contenuti, voglio continuare a fare in modo che si generi un dibattito positivo e franco all’interno della nostra comunità. Un confronto che ci permetta davvero di rilanciare il nuovo corso del Movimento 5 Stelle. Se rimaniamo uniti, con le idee di tutti, torneremo a essere determinanti. Grazie a tutti per l’affetto e viva il Movimento“.
M5S: “Di Maio deve fare chiarezza”
“Il giusto e dovuto passo indietro di Luigi Di Maio rispetto al suo ruolo nel Comitato di garanzia costituisce un elemento di chiarimento” è la replica del M5S in un comunicato. Un elemento “necessario nella vita del MoVimento rispetto alle gravi difficoltà a cui ha esposto la nostra comunità, che merita un momento di spiegazione in totale trasparenza“. “Il confronto delle idee e la pluralità delle opinioni non sono mai state in discussione” puntualizza la nota. “Questo però non significherà mai permettere che i nostri impegni con gli iscritti e con i cittadini siano compromessi da percorsi divisivi e personali, da tattiche di logoramento che minano l’unità e la medesima forza politica del MoVimento. Adesso è il momento di concentrarsi su progetti e programmi, come ci viene suggerito proprio oggi da Beppe Grillo con una riflessione ispirata alle Lezioni americane di Italo Calvino“.
Grillo, il ‘padre nobile’ chiama all’unità
“Questa nostra rivoluzione democratica è oggi chiamata a passare dai suoi ardori giovanili alla sua maturità” ha scritto infatti sul suo blog Beppe Grillo. “Senza rinnegare le sue radici ma individuando percorsi più strutturati per realizzarne il disegno. La nostra visione del mondo è sempre la stessa: vogliamo costruire un futuro più sostenibile, equo, partecipato, accessibile e digitale. Cinque stelle polari che ricordano le cinque parole chiave delle proposte di Italo Calvino per il nuovo millennio, e che vorremmo oggi realizzare con indicazioni concrete e strutturate“.
Di Maio e il caso Belloni
La travagliata settimana che ha portato alla rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale ha creato una spaccatura nel Movimento Cinque Stelle soprattutto dopo la ‘bruciatura’ del nome di Elisabetta Belloni, coordinatrice dei servizi di intelligence, che Giuseppe Conte avrebbe voluto alla Presidenza della Repubblica. Di Maio aveva addebitato, senza farne il nome, allo stesso Conte l'”indecorosa” sovraesposizione di Belloni, silurata nell’arco di poche ore da Matteo Renzi. Dopo l’elezione di Mattarella Luigi Di Maio aveva postato s Facebook, martedì 1 febbraio, una fotografia che lo ritraeva assieme a Belloni, la quale, a suo dire, aveva asserito che “con il Ministro Di Maio c’è un’amicizia sempre più solida. Di Maio è sempre leale“.
Le accuse di Conte
Apparentemente una risposta all’intervista al Fatto Quotidiano in cui, lo stesso giorno, Giuseppe Conte asseriva che “Di Maio dovrà rendere conto di diverse condotte, molto gravi”. L’ ‘avvocato del popolo’ aveva ricostruito, in particolare, le lunghe ore che stavano portando al Quirinale la direttrice del Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) Elisabetta Belloni. Alla domanda se fosse stato il ministro degli Esteri a ‘bruciare’ il nome di Belloni, Conte aveva di fatto adombrato una tale ipotesi. Se fosse vero quel che Conte ha fatto intendere, saremmo stati davanti a un inedito asse Renzi-Di Maio, dato che il leader di Italia Viva, più di altri, si era esposto nell’immediata stroncatura di Belloni al Colle.
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