Un paese intero, il Marocco, è sotto shock per la morte di Rayan Aourram, il bambino di 5 anni precipitato in un pozzo esausto non lontano da casa, martedì 1 febbraio. Le squadre di soccorso, da subito al lavoro senza sosta, hanno estratto il piccolo dopo le 21 di ieri 5 febbraio. Vana la corso verso l’ospedale: il bambino non ce l’ha fatta.
Rayan come Alfredino e Julen
I marocchini vivono un lutto simile a quello degli italiani quarant’anni, fa, nel 1981, quando a Vermicino (Roma) non si riuscì a recuperare dal fondo di un pozzo artesiano Alfredino Rampi, 6 anni. E simile anche a quello degli spagnoli quando, nel 2019, in Andalusia, Julen, di due anni, è morto dopo essere caduto in un pozzo di 25 centimetri di diametro e profondo più di 100 metri. Il suo corpo fu recuperato dopo 13 giorni di ricerche senza sosta.
Francesco loda il Marocco
“Grazie al popolo del Marocco che si è stretto attorno a Rayan e alla sua famiglia” ha detto Papa Francesco al termine dell’Angelus domenicale, oggi 6 febbraio. Un popolo, ha chiosato il Pontefice, che rappresenta in questo caso un esempio dei “santi della porta accanto“. Per la partecipazione e la dedizione assoluta, senza risparmio di forze, uomini e mezzi, al tentativo di salvare il bambino.
Il re telefona ai genitori
Nella serata di ieri, diramata la notizia che Rayan, sia pure estratto dal fondo del pozzo, aveva perso la vita per ferite riportate nella caduta, il re del Marocco, Mohammed VI, ha telefonato ai genitori del bambino per portare le sue condoglianze. Rayan è morto dopo essere stato portato in superficie dai soccorritori che erano entrati nel tunnel scavato per raggiungerlo. Il bambino è deceduto a causa delle ferite riportate nella caduta. Era rimasto bloccato a circa 32 metri di profondità per oltre cento ore. In un primo momento i soccorritori avevano comunicato che il piccolo era vivo e lo avevano portato via avvolto in una coperta gialla. I genitori si trovavano a bordo di un’ambulanza pronta a partire. Un elicottero avrebbe quindi provveduto a trasportare immediatamente Rayan in ospedale, ma non c’è stato nulla da fare.
Rayan, tragedia internazionale
Ieri mattina il capo delle squadre di soccorso, Abdelhadi Tamrani, aveva dichiarato che le immagini inviate da una telecamera di ispezione mostravano Rayan “sdraiato su un fianco” e che era “impossibile dire” se fosse vivo. I soccorritori avevano cercato di inviargli ossigeno e acqua attraverso tubi e bottiglie senza la certezza che il bambino riuscisse a usarli. Fin dall’inizio di questa vicenda un’ondata di commozione ha oltrepassato i confini del Marocco. Dai paesi africani alla Palestina veglie di preghiera sono state organizzate dalle comunità musulmane e hanno visto partecipare molti bambini. La tragedia di Rayan ha toccato, in Europa, anche la Francia, dati gli storici legami fra i Parigi e il Marocco.
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