Caos a cinque stelle, sospesa l’elezione di Conte a capo del Movimento
Secondo il giudice di Napoli "vizi gravi" gravano nulla la nomina
Lo scorso agosto il M5S ha modificato il proprio statuto e designato Giuseppe Conte quale suo Presidente. Oggi 7 febbraio, dopo 6 mesi, il giudice della Settima Sezione Civile del Tribunale di Napoli, Gian Piero Scoppa, ha sospeso le due delibere. La prima, quella di modifica dello statuto e, soprattutto, la seconda, quella che certificava la scelta dei militanti, a furor di popolo, di eleggere Conte leader. Il tutto nel bel mezzo dello scontro aperto fra lo stesso Conte e Luigi Di Maio.
Perché Conte sarebbe ‘illegittimo’
I provvedimenti sono stati resi inefficaci in via cautelare. Per la sussistenza di “gravi vizi nel processo decisionale” che ha portato alla modifica dello statuto dei pentastellati e alla nomina di Giuseppe Conte a Presidente. In primo luogo, sostiene il giudice, a causa dell’esclusione dal voto, da parte del M5S, di oltre un terzo degli iscritti; in secondo luogo per il conseguente mancato raggiungimento del quorum. La decisione del magistrato napoletano arriva a seguito di un ricorso promosso a ottobre 2021 da un gruppo di attivisti partenopei. A difenderli l’avvocato Lorenzo Borrè. Ai primi ricorrenti si sono aggiunte centinaia di iscritti del resto d’Italia, i quali hanno contribuito al pagamento delle spese legali.
“Chi ha sbagliato si faccia da parte”
“Oggi il tribunale di Napoli ripristina il principio della necessità della partecipazione di tutti gli iscritti nell’adozione delle scelte fondamentali del nostro Movimento“, dichiarano gli attivisti. “La parità dei diritti è una pietra angolare del M5S e non può trovare deroga in alcun caso, tantomeno per l’accesso alle cariche statutarie in quanto non esistono primi inter pares” insistono i militanti ricorrenti anti Conte. “Ora confidiamo in un processo partecipativo aperto e in una riflessione sugli errori e sulle forzature fatte, chi ha sbagliato deve farsi da parte.”
“Conte ci dedicò solo due parole”
“Inutile negare la nostra soddisfazione – è il commento dell’avvocato Lorenzo Borrè – Giuseppe Conte, la scorsa estate, dedicò solo due parole alle domande che gli venivano rivolte sul nostro ricorso, disse ‘Facciano pure’. Bene, abbiamo fatto“. Adesso, almeno in teoria, saranno il garante Beppe Grillo e l’ex reggente del M5S, Vito Crimi, a riprendere, da un punto di vista formale, le redini dei pentastellati. In un contesto in cui, diversamente da altre forze politiche, gli smottamenti nei sondaggi che riguardano il Movimento Cinque Stelle proseguono senza soste da ormai tre mesi. Una sorta di ‘sondaggio dei sondaggi’, ossia una media delle ultime rilevazioni post Quirinale, pubblicato di Bidimedia, oggi 7 febbraio, indica che il Movimento Cinque Stelle si attesta al 14,4%. A novembre 2021, quattro mesi fa, era al 16,2%. Dopo il successo del ricorso contro Conte i dati potrebbero peggiorare ulteriormente.
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