Oggi la crescita sostenibile si è trasformata in parola d’ordine per molte aziende; soprattutto per quelle che mirano a sviluppare una politica aziendale nella quale l’etica, le scelte ecologiche, il rispetto per la natura e l’ambiente facciano da pilastri portanti. Bergner Group si inserisce perfettamente in quest’ottica; e per approfondire gli aspetti che hanno condotto a questa scelta, all’interno dell’azienda specializzata in utensili da cucina, abbiamo raggiunto la Dottoressa Francesca Serrani, Direttore Marketing di Bergner Group Italia.

Intervista esclusiva a Francesca Serrani

Dott ssa Serrani, se le chiedessi alcuni aggettivi per definire Bergner Group Italia, quali riterrebbe più appropriati e perché?

Bergner è un gruppo multinazionale giovane e, in quanto tale, ha tutte le caratteristiche della giovinezza; è un gruppo agile, proattivo, reattivo, innovativo, anticipatore, creativo. In Bergner l’obiettivo è capire ciò che conta davvero, porre le domande giuste e ascoltare le esigenze dei clienti, dei mercati, degli stakeholders, della società. Ci muoviamo velocemente, molto velocemente; forniamo la migliore soluzione per oggi, con l’obiettivo di un domani perfetto. Adattiamo i nostri processi e i nostri comportamenti alle esigenze e alle tendenze del mercato e della società.

Siamo curiosi, forse anche perché siamo un team con un’età media di 27 anni. Siamo presenti in diverse parti del mondo con sedi che vanno dall’Italia alla Spagna, passando per l’Austria e la Germania fino ad arrivare in India, Cina e negli Stati Uniti. In tutti questi paesi le nostre risorse umane sono molto giovani e di conseguenza anche molto curiose. Questa curiosità fa in modo che in azienda ci sia molta apertura verso le innovazioni di ogni tipo; da quelle tecnologiche, ai modelli di business fino ad arrivare all’approccio al cliente.

Dottoressa Francesca Serrani, Direttore Marketing Bergner Group Italia

E quando parlo di ‘anticipatori’ mi riferisco al fatto che facciamo nostri tutti i germi che raccogliamo nel mondo; cercando di restituirli al mercato prima degli altri. Perché pensiamo che bisogna essere diversi, prima ancora di essere migliori. Ultimo, ma non ultimo, Bergner è ‘umana’; la persona, come singolo e come collettività, è sempre al centro dei nostri obiettivi e delle nostre azioni.

Promuovere uno stile di vita sano e aumentare la consapevolezza verso la sostenibilità sono valori espliciti nella vostra mission aziendale. In che modo Bergner Group Italia realizza questi obiettivi?

Siamo un’organizzazione molto giovane, ma siamo partiti da subito, dalla nostra fondazione, con obiettivi sostenibili ben chiari. Bergner è da tempo un membro di AMFORI, la principale associazione globale per un commercio aperto e sostenibile. L’obiettivo era fin da subito la centralità dell’uomo e del Pianeta; attraverso l’uso responsabile delle risorse naturali e scambi commerciali sostenibili a livello globale. Il codice di condotta AMFORI adottato mira a raggiungere determinati standard sociali e ambientali, in conformità con gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

In Bergner gestiamo da sempre responsabilmente le nostre risorse idriche per ridurre la domanda e preservarne la qualità. Ci impegniamo per soluzioni energetiche più sostenibili e minimizziamo le emissioni delle nostre operazioni. I nostri piani d’azione sono adattati alle condizioni di ciascun ambiente. Lavoriamo con impegno per migliorare la gestione dei rifiuti durante l’intero ciclo di vita dei nostri processi. Ci prodighiamo per un modello di produzione e consumo circolari. Nel progettare i nostri prodotti, Bergner presta particolare attenzione a garantire che siano sempre sostenibili e responsabili nei confronti della società e dell’ambiente.

Mi collego alle sue ultime parole “sostenibili e responsabili nei confronti della società e dell’ambiente” e le chiedo: quanto Bergner si senta vicino alle cause sociali?

Crediamo che sia nostro dovere contribuire allo sviluppo della società, in armonia con l’ambiente; attraverso il coinvolgimento volontario in iniziative sociali in linea con la nostra attività. È parte integrante del nostro modello di business. I nostri progetti sono in particolare a supporto delle donne e dei bambini in diversi paesi in situazioni di vulnerabilità; a tal proposito, ad esempio, sosteniamo un progetto in India nel quale aiutiamo le donne ad imparare un mestiere e quindi ad affrancarsi da quello che è uno stato di vulnerabilità e disagio.

Portiamo aiuti concreti all’infanzia in termini di nutrizione ed educazione. Sono numerosi nel mondo e anche in Italia i progetti per l’inclusione sociale attraverso l’educazione e lo sport. Sosteniamo progetti per migliorare l’informazione e la ricerca terapeutica per il cancro al seno come Europa Donna. Siamo in prima linea con progetti per una nutrizione e una cucina sana e salutare in Italia, in Europa, ma anche in India e America Latina. In Spagna lavoriamo con i progetti di Inclucina; dove le parole ‘inclusione’ e ‘cucina’ si fondono e diventano un sostegno per i bambini con la sindrome di Down rispetto alla manualità e alla creatività.

Inoltre, sono tante le iniziative per combattere i cambiamenti climatici e ridurre l’inquinamento dei rifiuti di plastica. Facciamo volontariato in prima persona. Molti di noi sono impegnati in diverse attività, organizzate da Bergner insieme a delle ONG di cooperazione internazionale. A queste si legano poi tutte le iniziative ambientali che sosteniamo proprio con i proventi ottenuti dai prodotti; ad esempio, nell’ambito dello sviluppo e commercializzazione di una linea di prodotti da cucina fatta da materiali ecologici, abbiamo aderito ad un progetto di riforestazione in Patagonia.

Che genere di progetti avete sviluppato anche in ottica sostenibile in particolare considerando gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite?

Per Bergner Europe la gestione sostenibile implica il riconoscimento e l’integrazione nell’impresa delle problematiche sociali, lavorative, ambientali e dei diritti umani. In Bergner ci impegniamo a guidare l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite sono una sfida globale con cui siamo pienamente allineati e con il nostro modello di business responsabile diamo un contributo significativo allo sforzo condiviso di adempiere a questo impegno nei tempi previsti. Attraverso i nostri impegni ambiziosi che combinano aspetti sociali, economici e ambientali, contribuiamo a 10 dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite.

Si tratta di obiettivi concreti che noi viviamo giornalmente come persone all’interno dell’azienda. Già dal momento in cui entriamo nell’azienda ce li abbiamo ben chiari scritti davanti: quello che vogliamo fare e quello che vogliamo essere ogni mattina. Poiché, prima di concretizzarli dobbiamo interiorizzarli. Si parte dall’approccio ambientale in senso lato, senza dimenticare tutti i piccoli gesti che facciamo quotidianamente: in azienda, solo per fare un esempio, non esistono bottiglie di plastica.

Siamo consapevoli che cicli produttivi e materiali totalmente sostenibili non sono sempre applicabili o utilizzabili e che esistono barriere tecnologiche per cui il riciclo o il riuso non sono possibili. In questi casi cerchiamo, tuttavia, di restituire sempre al Pianeta ciò che non diamo o che togliamo; è il caso della neutralizzazione delle plastiche e di altri progetti virtuosi come la riforestazione o la piantumazione che attiviamo regolarmente. Sostenibilità è per noi anche etica: bilanci chiari e trasparenza finanziaria dell’azienda. Che in alcuni paesi è legge, come in Italia, ma che noi abbiamo fatto nostra anche in Paesi dove il concetto di legalità è diverso al nostro.

Considerata la grandezza del vostro impegno sociale e sostenibile, esiste un progetto non ancora realizzato ma che rientra nei piani futuri di Bergner?

Il rispetto dell’ambiente e l’obiettivo di promuovere uno sviluppo sociale responsabile sono alla base di tutte le nostre azioni e dei nostri impegni. Non c’è un unico puntuale progetto, esiste un vero e proprio piano strategico 2022-2024, legato agli SDGs (The Sustainable Development Agenda) dell’ONU. Per rendere il mondo un posto migliore entro il 2030 con i criteri ESG, ovvero i pilastri in materia ambientale, sociale e di governance.

Prima di congedarci e ringraziarla per il prezioso contributo, mi piacerebbe chiederle: perché, secondo la sua esperienza professionale, le aziende dovrebbero scegliere una politica CSR?

Abbiamo una certezza. L’idea che le aziende esistono con il solo obiettivo di portare benefici e ritorni sugli investimenti ai propri azionisti non piace più all’opinione pubblica; senza ‘responsabilità’ non si può più fare business. La pandemia in atto e il tema pressante del cambiamento climatico insieme hanno accelerato i tempi di questa consapevolezza e, come conseguenza, delle scelte che oggi devono più che mai essere risolutive e decisive. Le ricerche di mercato nell’era Covid-19 che stiamo vivendo, tutte indistintamente, ci indicano che oggi a livello globale la quasi totalità dei cittadini (9 su 10) si augura un mondo con maggiore sostenibilità ed equità; oltre che una trasformazione nel proprio stile di vita con asset valoriali diversi e non un ritorno al recente passato.

Per questo non è più possibile ed è del tutto superato perseverare nel perseguire il successo aziendale su basi unicamente finanziare. L’approccio finanziario basato in azienda solo sui profitti, così come la misurazione della performance di un paese basata sul PIL, hanno portato a pericolose diseguaglianze sociali e ai problemi ambientali che conosciamo. Oggi l’obiettivo delle aziende potrà ritenersi davvero raggiunto se, ai profitti, saranno capaci di unire anche il servizio puntuale ai clienti, l’etica verso i fornitori, la cura dei propri dipendenti e contribuire fattivamente al benessere della società e alla salvaguardia del Pianeta.

Generare guadagno sì, ma condividere il valore generato dal business con la società civile, gli individui e l’ambiente. L’Articolo 41 della Costituzione recita: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali“. Come vede, ne parliamo ora, ma era già nella nostra storia, quantomeno di italiani.

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