In queste ultime ore, in un’intervista alla Nbc, il Presidente Usa, Joe Biden, ha lanciato un appello: “I cittadini americani devono lasciare ora” l’Ucraina. Il riferimento è alla crisi fra la Russia e Kiev, per cui la Nato teme che Mosca possa presto invadere la ex repubblica sovietica. “Non è come avere a che fare con una organizzazione terroristica” ha aggiunto Biden. “Abbiamo a che fare con uno dei più grandi eserciti del mondo, è una situazione molto differente e le cose potrebbero impazzire velocemente“. Il Presidente degli Stati Uniti ha escluso di mandare truppe per evacuare i cittadini americani e ha sottolineato che “Putin è abbastanza intelligente da non fare nulla che avrebbe un impatto negativo sui cittadini americani“.
Perché l’Ucraina è importante
L’Ucraina è molto grande e molto importante per l’Occidente come per la Russia. Vi transitano gasdotti e oleodotti verso l’Europa e averla alleata, o non ostile, è determinante dal punto di vista geopolitico. È un paese da sempre in preda alle mire espansionistiche dei vicini e non solo. Da 8 anni nel Donbass, ai confini orientali dell’Ucraina, è in corso una guerra fra i governativi e i separatisti filorussi. Un conflitto cominciato nel 2014, lo stesso anno in cui la regione occidentale della Crimea è stata annessa da Mosca a seguito di un intervento militare e di un referendum sull’autodeterminazione.
Una crisi di portata mondiale
La più recente crisi fra Russia e Ucraina, innescata lo scorso anno ma esplosa con l’avvio del 2022, ha ormai dimensioni mondiali. Da Putin a Biden e da Macron a Mario Draghi non c’è leader di peso che non sia coinvolto in prima persona nel tentativo di risoluzione di un conflitto al momento diplomatico, che non si esclude possa sfociare in una guerra. L’Occidente, Stati Uniti in testa, continua a ripetere che la Russia è sul punto di invadere l’Ucraina. Mosca smentisce e rinfaccia alla Nato di volersi allargare a est inglobando Ucraina, Polonia e Repubblica Ceca, dunque accerchiando Mosca.
Esercitazioni al confine dell’Ucraina
In questo contesto Russia e Bielorussia – la ex repubblica sovietica confinante a Nord con l’Ucraina – hanno cominciato ieri 10 febbraio esercitazioni militari congiunte. Dureranno almeno 10 giorni. Una mossa che aumenta le preoccupazioni internazionali per l’accumulo di forze russe ai confini del territorio di Kiev. Secondo la Nato si tratta del più grande dispiegamento militare della Russia nell’ex Bielorussia sovietica dalla Guerra Fredda. La Casa Bianca ha definito le esercitazioni un’azione di escalation delle tensioni sull’Ucraina. Almeno 30mila soldati e due battaglioni missilistici saranno impegnati in manovre ad ampio raggio.
Evacuata l’ambasciata russa
Mosca, intanto, evacua lo staff non essenziale dall’ambasciata a Kiev, dopo aver invitato parte del personale a lasciare temporaneamente il Paese. Lo ha detto il ministro degli Esteri Sergey Lavrov, citato dalla Tass. Mosca, ha precisato, “non intende invadere l’Ucraina, ma sfortunatamente i nostri tentativi di spiegarci si sono scontrati con la sordità delle controparti, che non sono a conoscenza dei fatti. Oppure li stanno deliberatamente ignorando“.
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