Alan Rickman, l’indimenticato Severus Piton e quel “sempre” che ancora ci fa emozionare
L'interprete britannico avrebbe compiuto oggi 76 anni, ma è come se non se ne fosse mai andato
“Dopo tutto questo tempo? Sempre”. Nonostante siano passati oltre dieci anni dall’uscita dell’ultimo film di Harry Potter (escludendo lo spin-off Animali Fantastici) e ben quindici dal romanzo, quelle parole pesano ancora come macigni. Il dialogo tra Silente e Severus Piton, divenuto ormai un motto per qualsiasi potterhead che si rispetti, ha difatti rivelato la vera natura del professore, che dietro l’aspetto cupo e l’atteggiamento da villain, ha protetto Harry per amore della compianta madre del protagonista, Lily. Un amore che, nonostante tutto questo tempo, durerà per sempre. Lo stesso che i fan della saga nutrono per Alan Rickman, il volto dietro uno dei personaggi più amati della saga, nata dalla penna di J. K. Rowling. Scomparso il 14 gennaio 2016, circa un mese prima di compiere 70 anni, l’interprete britannico ci ha regalato un’interpretazione che difficilmente dimenticheremo.
Prima di Severus Piton
In principio era Alan Sidney Patrick Rickman. Nato a Londra il 21 febbraio 1946, si formò presso la Royal Academy of Dramatic Art, tra il 1972 e il 1974 studiando Shakespeare e riscuotendo i primi consensi per le sue notevoli qualità recitative. In particolare, Rickman mostrò fin da subito un’eleganza e una versatilità fuori dal comune, che ben presto lo resero uno degli interpreti britannici più apprezzati a teatro. Portò in scena spettacoli quali Romeo e Giulietta, Uno sguardo dal ponte e, nel 1986 arrivò a Broadway con Le relazioni pericolose, ottenendo una candidatura al Tony Award nel 1987.
L’anno successivo, approdò sul grande schermo con Trappola di cristallo. Nel corso della sua carriera, Rickman ha inoltre vinto alcuni tra i premi più importanti nell’ambito della recitazione, tra cui spiccano un Golden Globe, un Emmy Award, un BAFTA e uno Screen Actor Guild Award. La sua versatilità, inoltre, si espresse anche nelle scelte professionali, portandolo dai classici in costume di matrice letteraria, come Ragione e sentimento (1995), basato sull’omonimo classico di Jane Austen, a commedie dissacranti come Dogma (1999). Ma è a partire dal 2001, quando nelle sale approda Harry Potter e la pietra filosofale, che il suo nome diventa immortale.
Il segreto tra Alan Rickman e J. K. Rowling
Nonostante il successo della saga e, soprattutto, del personaggio di Severus Piton, Alan Rickman non sapeva se accettare o meno il ruolo. Ma J.K. Rowling non aveva dubbi. La scrittrice britannica aveva infatti ideato Snape (il nome in lingua originale) basandosi proprio sull’interprete. Stando dunque a quanto confessato da Daniel Radcliffe e da altri membri del cast, in occasione della reunion evento, Rickman ha ricevuto fin dall’inizio degli spoiler da parte dell’autrice.
All’epoca della prima trasposizione, infatti, erano usciti solo quattro dei sette capitoli letterari e nessuno, né Chris Columbus (regista dei primi due film) né i produttori sapevano cosa sarebbe accaduto. “All’inizio ha detto a Jo ‘Penso di dover sapere’ e non ha detto niente a nessuno.” – ha rivelato Radcliffe, proseguendo – “Non ha mai detto qualcosa a Chris Columbus, non he mai parlato con nessuno. Chris gli diceva letteralmente ‘Perché stai interpretando questa scena in quel modo?’ Lui rispondeva ‘Te lo dirò più avanti’.”
Per i dieci anni successivi – sei, se si considera che l’ultimo romanzo è stato pubblicato nel 2007 – Alan Rickman e J. K. Rowling hanno dunque condiviso questo segreto, riguardo al quale l’interprete stesso ha ammesso: “Era un piccolo, minuscolo, pezzetto di informazione, ma mi aiutò a capire che era più complicato. […] Nessuno sapeva dove sarebbe andato a finire, tranne che me e lei. E per lei fu importante il fatto che io sapessi qualcosa.” Ad oggi, possiamo dire che la scrittrice britannica – all’infuori di qualsiasi polemica d’altro tipo – ci avesse visto lungo a dare quel piccolo frammento. Specularmente, se Alan Rickman non avesse avuto l’informazione, ad oggi non avremmo avuto l’ambiguo, oscuro e tormentato Severus Piton. E quel “Sempre”, che ci fa ancora venire la pelle d’oca.
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