Nei primi giorni dello scorso mese di dicembre, sulle pagine de Il Tempo era apparsa per la prima volta la storia del ritrovamento della Gioconda di Montecitorio. Sarà per l’incredibile fascino che il dipinto conservato al Louvre ha sui visitatori, oppure per la voglia di rivalsa degli italiani sul popolo francese? Fatto sta che la notizia ha sollevato la curiosità di migliaia di persone che vorrebbero poter ammirare da vicino il quadro, che potrebbe portare proprio la firma del maestro Leonardo da Vinci. Ma quali sono le ultime novità in merito?

La Gioconda di Montecitorio: cosa ci dice la sua storia

Negli ultimi anni si trovava appesa su un calorifero nella stanza dell’ex questore della Camera, Federico D’Incà. Si riporta perfino che sia stata sfregiata con un taglio a causa di una caduta accidentale che ha danneggiato la tela. La storia della Gioconda di Montecitorio (dal nome  del colle romano che ospita la Camera dei Deputati, n.d.r.) è costellata di eventi che negli ultimi 500 anni l’hanno privata probabilmente della notorietà della copia “originale” del Louvre.

La storica dell’arte Maria Forcellino nei resoconti dell’Accademia nazionale dei Lincei, parlando a Il Tempo, ha dimostrato come certa “la presenza di una Gioconda nel Seicento a Roma, a Palazzo dal Pozzo“. Solo in seguito i Torlonia avrebbero acquisito il dipinto. Comprendere la storia della tela, dunque, non è di secondaria importanza per comprendere l’iter delle copie provenienti quasi sicuramente dalla bottega di Leonardo da Vinci ed eseguite – con ogni probabilità – con la sua diretta supervisione. La riflettografia sul dipinto, inoltre, ha mostrato che la realizzazione è avvenuta sulla base di un cartone preparatorio, disegnato forse – chissà? magari! -da Leonardo.

Il valore della tela e quando potrebbe essere messa in mostra

Secondo alcune stime riportate dal quotidiano romano, la Gioconda di Montecitorio potrebbe valere almeno 10 milioni di euro. Cinzia Pasquali, una delle massime esperte dell’arte di Leonardo da Vinci ha curato il restauro della tela nel 2019, per interessamento del senatore della Lega, Stefano Candiani.

Intervistata da Il Tempo, aveva dichiarato: “Non possiamo escludere che Leonardo abbia partecipato alla realizzazione, come anche a quella della Gioconda del Prado. Gli allievi copiavano le sue opere: quando il maestro cambiava qualcosa, l’allievo la correggeva di conseguenza. Non è semplice stabilire se nella Gioconda Torlonia sia intervenuto con il suo pennello. Di certo il dipinto è cinquecentesco e dovrebbe essere esposto a Palazzo Barberini, visto che appartiene a quella collezione, invece è in deposito a Montecitorio“. Intanto il pubblico continua a premere per poterla ammirare dal vivo e giudicarne la bellezza. Al momento si pensa che verrà esposta nella Sala Gialla della Camera, ma ciò potrebbe avvenire tra un po’ di tempo, dopo la conclusione del restauro delle Nozze di Cana.

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