Il rischio immediato per l’Italia della guerra in Ucraina? La crescita in breve tempo dei prezzi al consumo per i cereali, il pane, la pasta, la pizza. Cibo di tutti giorni. Non solo. Aumenterà ulteriormente il costo del gas per il riscaldamento e dell’energia elettrica, così come del petrolio e dei carburanti alla pompa per i veicoli. Gli investimenti in Borsa sono già penalizzati: stamani 24 febbraio, dopo la notizia dell’invasione russa dell’Ucraina, tutti i principali mercati finanziari del mondo sono crollati.
I prezzi di grano, mais e soia, ma anche degli olii da cucina (di semi, girasole e mais) lievitano. Una vera e propria stangata per i consumatori potrebbe aggiungersi a quelle che si sono già verificate in questi ultimi mesi. Secondo il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, la Russia è il più grande esportatore di grano al mondo, seguita al quarto posto dall’Ucraina, riporta l’Agi. I due paesi hanno in mano, da soli, il 29% del commercio di grano in tutto il pianeta. Ma anche il 20% delle esportazioni di mais e l’80% delle esportazioni di olio di girasole.
La tensione prima dell’invasione russa dell’Ucraina ha già contribuito a far lievitare i prezzi. La guerra che è appena scoppiata li farà crescere ancora. Una pagnotta di pane costa già qualche centesimo in più e il suo prezzo al consumo aumenterà perché salgono i costi di produzione. Ovvero quelli dell’imballaggio e del trasporto. E, se il petrolio sale, va da sé che anche la pagnotta di pane costerà di più al consumatore.
Lo stesso discorso si può fare per la pasta e per la farina, così come per il mais. L’aumento dei prezzi del mais influirà sui prezzi della soia perché entrambi riguardano lo stesso terreno coltivato. E, tensioni geopolitiche a parte, le forniture di soia si stanno riducendo rapidamente a causa della siccità in Sud America. Questo determinerebbe un aumento dei prezzi, che a loro volta influenzerebbero molti alimenti confezionati, che contengono olii di mais e soia. I prezzi del mais sono cresciuti negli ultimi giorni di quasi il 3%; quelli del grano di quasi il 6%. Tutti rincari che si sommano a quelli che due anni di pandemia hanno già portato.
Si registra inoltre un forte balzo dei prezzi del gas in Europa a causa dell’avvio dell’invasione russa in Ucraina. In Borsa stamani è già aumentato del +34% a 119 euro al megawattora, per poi tornare a trattare in area 112 euro. L’Europa importa circa il 40% dei suoi consumi di gas naturale dalla Russia. E il problema delle diversificazione delle fonti di approvvigionamento sta esplodendo in tutto il vecchio continente.
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