“Al cinema, da ragazza, mi immedesimavo, ero la protagonista, vivevo i film in tutti i ruoli.” Quante vite ha vissuto Marta Marzotto, una donna poliedrica come poche. Nata a Reggio Emilia il 24 febbraio del 1931 come Marta Vacondio, figlia di un casellante e di una mondina, divenne poi contessa dal 1954, grazie al matrimonio con Umberto Marzotto. Regina dei salotti, dello stile, della politica, della moda e dell’arte. Nella sua ultima autobiografia Smeraldi a colazione ha narrato le sue vite: l’infanzia poverissima, il lavoro da mondina, il debutto a Milano da modella, il matrimonio da favola. E poi l’amore per il pittore Renato Guttuso e quello per l’intellettuale comunista Lucio Magri, la mondanità, i gioielli, la passione per la moda. I cinque figli, e lo straziante dolore per la perdita di Annalisa: “Io alla vita ho sempre sorriso; lei a me, non sempre. Ho perduto una figlia: è stata la mia grande tragedia.”

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Oggi Marta Marzotto avrebbe compiuto 91 anni e sarebbe stata circondata dall’affetto dei suoi figli e nipoti. Lei è stata la bandiera di un’epoca irripetibile fatta di feste scintillanti, ricevimenti sfarzosi, amori passionali. L’infanzia difficile, tra le risaie, l’aveva segnata, ma era riuscita comunque a riscattarsi. Si trasferisce infatti a Milano e inizia a lavorare come modella, ma la svolta della sua vita arriva quando conosce il conte Umberto Marzotto, proprietario dell’omonima industria tessile. “Umberto arrivò come l’angelo salvatore: aveva tutto quello che una ragazza può sognare, biondo, occhi azzurri, intelligente, colto, sportivo. Un nobile. L’uomo dei sogni“. Si sposano e hanno 5 figli: Paola (madre di Beatrice e Carlo Borromeo), Annalisa (morta a soli 32 anni, per fibrosi cistica), Vittorio Emanuele, Maria Diamante e Matteo. Una vita dorata, ma Marta non si sente del tutto appagata dalla sua esistenza.

La regina dei salotti, prima influencer italiana

“Non spreco mai l’acqua e mi insapono con la doccia chiusa. E poi non dimentico mai le lampadine accese inutilmente. Applico uno stile di vita eco-sostenibile da sempre, perché da bambina ero molto povera e siamo stati educati a non sprecare nulla.”

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