Il presidente russo Vladimir Putin e quello cinese Xj Jinping
La Cina si schiera nello scontro geopolitico e diplomatico internazionale – oltre che militare – causato dalla guerra della Russia all’Ucraina. Pechino “si oppone a qualsiasi sanzione illegale che leda i diritti e gli interessi legittimi della Russia“. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin.
Secondo lui “gli Stati Uniti hanno imposto più di 100 sanzioni alla Russia dal 2011“, strumenti “non fondamentali ed efficaci per risolvere i problemi“. La Cina “spera che le parti interessate ci riflettano seriamente e cerchino di risolvere il problema attraverso il dialogo e le consultazioni“. La Cina, ha ricordato inoltre Wang nel briefing quotidiano, “ritiene che l’integrità sovrana e territoriale di tutti i Paesi la si debba rispettare e che la Carta dell’Onu la si debba sostenere“. Il portavoce ha inoltre sollecitato l’adozione in Europa “di un meccanismo di sicurezza equilibrato, efficace e sostenibile“.
E l’invasione della Russia in Ucraina? La Cina chiama alla moderazione ma si guarda bene dal parlare di invasione. Alexey Muraviev, professore all’Università Curtin di Perth (Australia) e specialista di studi strategici russi, non ha dubbi sulla solidità della “quasi alleanza” tra Cina e Russia, sostiene l’agenzia di stampa Agi. Non è escluso che il presidente cinese Xi Jinping possa imparare da Putin e regolare i conti definitivamente con l’isola indipendente di Taiwan, su cui pechino vanata da sempre mire di annessione.
In un’intervista al quotidiano francese Le Point, l’esperto ha sottolineato solo 20 giorni fa Putin e Xi Jinping hanno firmato una dichiarazione comune. Mosca si è assicurata un cliente per i suoi idrocarburi. Vuol dire quindi una linea di credito per sopravvivere alle nuove sanzioni occidentali. Nel comunicato congiunto la Cina ha fatto sue le preoccupazioni russe contro l’espansione della Nato, pretesto alla guerra in Ucraina. La Russia, da parte sua, ha riconosciuto le pretese della Cina su Taiwan, a nome del principio di una Cina riunificata. Le due potenze hanno anche preso posizione sull’Indo-Pacifico, con un riferimento esplicito all’accordo Aukus, il patto di sicurezza trilaterale siglato lo scorso settembre tra Australia, Usa e Regno Unito, in merito al quale Mosca ha preso le parti di Pechino. Cina e Russia hanno dichiarato di voler costruire un nuovo ordine mondiale e riformare l’attuale sistema internazionale.
E non è un caso se, poche ore dopo l’inizio dell’invasione russa in Ucraina, Pechino ha autorizzato l’importazione di grano e orzo “da tutte le regioni russe”. Una valida alternativa, dal punto di vista di Putin, ai mercati occidentali che potrebbero presto chiudersi causa sanzioni. E neppure è casuale se le prime proteste sull’allentamento delle restrizioni commerciali di Pechino con Mosca sono arrivate dall’Australia. Il primo ministro di Canberra, Scott Morrison, è stato il primo questa mattina a criticare la mossa del governo cinese.
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