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Ucraina, la battaglia di Kiev: “Preparate le bottiglie molotov”. Zelensky: “L’Occidente ci ha lasciati soli”

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A poco più di 24 ore dall’invasione russa dell’Ucraina, la capitale Kiev è sotto assedio da parte delle forze armate di Mosca. Sono in corso dalla notte fra ieri e oggi 25 febbraio combattimenti a ridosso della città, a nord, secondo quanto afferma l’esercito ucraino. La Russia sembra essere vicina al suo obiettivo: prendere il controllo di Kiev e quindi dell’intera Ucraina. I giornalisti del Kyiv Independent riferendo in tempo reale gli sviluppi della battaglia affermano che le truppe nemiche sono entrate nel distretto di Obolon a 10 chilometri dal centro di Kiev. Le forze armate ucraine starebbero combattendo su 4 diversi fronti in inferiorità numerica. “Il ministero della Difesa ucraino chiede ai residenti di non uscire di casa e di preparare bottiglie molotov“, scrive su Twitter il giornale.

Zelensky: “Vogliono me, ma io non scappo

Il presidente Volodymyr Zelensky ha lanciato un drammatico appello all’Occidente: “Ci avete lasciato soli“. E ha chiesto “sanzioni ulteriormente rafforzate” nei confronti della Russia. Ieri sera Zelensky ha dichiarato sul suo canale Telegram che “forze nemiche di sabotaggio” erano entrate a Kiev avendo come obiettivi lui e la sua famiglia. “Ma io resto qui“, ha detto. Prima di aggiungere polemicamente che l’Ucraina “è stata lasciata sola a combattere la Russia.

Ucraina, missili su Kiev

Nella notte un bombardamento di missili russi è caduto sulla capitale ucraina; sui social si vedono immagini di edifici semidistrutti in zone residenziali urbane. L’esercito russo ha assediato varie città lungo la strada tra il confine e la città. Le truppe di Mosca hanno raggiunto un aeroporto a soli 130 chilometri dalla Polonia. La contraerea ucraina avrebbe abbattuto un velivolo su Kiev. I russi stanno prendendo di mira anche le aree civili dell’Ucraina, rende noto Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, aggiungendo che la Russia dovrà “parlare” con l’Ucraina “prima o poi” per porre fine ai combattimenti.

Ucraina, appello ai “Nove di Bucarest”

Le forze armate dell’Ucrainafanno tutto il possibile” per difendere il Paese, ha detto ancora Zelensky elogiando la popolazione per l'”eroismo” che ha dimostrato finora di fronte all’avanzata russa. “Abbiamo bisogno di una coalizione contro la guerra“, dice Zelensky in un tweet. “Difendiamo la nostra libertà, la nostra terra. Abbiamo bisogno di un’assistenza internazionale efficace. Ne ho discusso con il presidente della Polonia Andrzej Duda. Mi appello ai ‘Nove di Bucarest‘ per aiuti alla Difesa, sanzioni, pressioni sull’aggressore. Insieme dobbiamo portare la Russia al tavolo dei negoziati. Abbiamo bisogno di una coalizione contro la guerra“: recita il tweet. Il cosiddetto gruppo dei ‘Nove di Bucarest’ è formato da Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia e Slovacchia.

Sirene di allarme, gli uomini al fronte

Le sirene hanno risuonato a Kiev ancora al mattino di oggi 25 febbraio. La popolazione si è rifugiata di nuovo negli scantinati, nei sotterranei, nei rifugi antiaerei, nei corridoi della metropolitana. L’Ucraina conta finora – ufficialmente – 137 soldati uccisi e 316 feriti dall’inizio dell’invasione e parla di 800 uomini persi dalle forze russe. La Russia non ha finora fornito alcun dato sulle vittime dell’invasione. Sui numeri non ci sono conferme da fonti indipendenti. Zelensky ha emanato un decreto che dispone una “mobilitazione generale” di tutti gli uomini tra i 18 e i 60 anni di età, ai quali è stato fatto divieto di lasciare il Paese. Combattimenti imperversano in tutto il Paese mentre appare sempre più vicino alla meta il piano della Russia di assumere il controllo di Kiev.

Cittadini di Kiev ammassati nella metropolitana al riparo dai bombardamenti

 

LEGGI ANCHE: Putin e la guerra in Ucraina: la democrazia sotto attacco

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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