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Zelensky, da comico ‘populista’ a presidente eroe dell’Ucraina

Sottovalutato dai leader occidentali, sta mostrando fierezza e coraggio mentre il suo paese è invaso dai russi che vogliono la sua testa

Ogni ora un tweet, anche polemico. Spesso un video, anche rozzo e artigianale. Ma Volodymyr Zelensky, 44 anni, presidente dell’Ucraina, è diventato celebre per la sua comunicazione a tutto campo, in tempo reale, dalla sua Kiev sotto assedio. E in tanti, anche in Occidente, lo considerano ormai alla stregua di un eroe che non si arrende, costi quello che costi. Proprio perché ha detto e filmato, chiaro e tondo, che lui non se ne va, che sono fake news quelle che lo danno pronto a scappare, che gli Stati Uniti farebbero bene a mandargli munizioni per combattere invece che offrigli “un passaggio” per fuggire dalla sua terra.

Zelensky: “Sono 100mila gli invasori

Vogliono distruggere politicamente l’Ucraina distruggendo il Capo di Stato“, ha detto nelle scorse ore Zelensky, “ma io resto qui, “non tradisco il mio Paese“. “Sono io l’obiettivo di Putin, la mia famiglia è l’obiettivo numero due“. Il presidente dell’Ucraina ha lasciato gli abiti formali nella sua residenza di Kiev e ha addosso un maglione in stile militare. Lui, la moglie e i due figli sono ancora nel paese. Secondo l’intelligence sarebbero il primo target della Russia, che ora sta marciando con mezzi militari nella capitale e ha lanciato un’offensiva a tutto campo. Sarebbero decine di migliaia i rinforzi russi giunti nelle ultime 24 ore secondo il Pentagono; sono 100mila gli invasori nel paese, ha affermato lo stesso Zelensky.

Corteo a Milano contro la guerra. In molte città d’Italia le manifestazioni si ripetono ogni giorno. Foto VelvetMag

Eletto a furor di popolo nel 2019

L’Occidente sta imparando a conoscerlo con questo conflitto ma Volodymyr Zelensky, 44 anni, è il presidente della repubblica semipresidenziale dell’Ucraina da tre anni, dal 20 maggio 2019. In quel giorno gli ucraini lo elessero con il 73,2% dei voti. Filoeuropeista, Zelensky spinge per l’ingresso di Kiev nella Ue e nella Nato, scatenando le ire del Cremlino. Da subito ha voluto prendere le distanze dalla Russia, che con Putin considera ancora l’Ucraina come una sua appendice. Due giorni dopo l’elezione, Zelensky disse che voleva “un’Ucraina forte, potente e libera, che non è la sorella minore della Russia, che non è un partner corrotto dell’Europa, ma la nostra Ucraina indipendente“.

Da comico prendeva in giro i politici

Zelensky non ha un passato in politica, era un comico. Gli ucraini lo conoscevano per il personaggio che interpretava nella trasmissione tv Servitore del popolo. Un professore di storia onesto che decide di diventare presidente sfidando gli oligarchi ucraini. Dalla fiction alla realtà: sulla scia del successo dello show, insignito anche da diversi premi internazionali, Zelensky aveva fondato un omonimo partito, Servitore del popolo appunto, si era candidato e aveva stravinto le elezioni presidenziali. Adesso vive in prima persona la tragedia di una guerra che nessuno voleva neppure immaginare. “Forse questa è l’ultima volta che mi vedete vivo” ha detto in collegamento video con il Consiglio europeo, dopo il primo giorno di guerra. Al terzo giorno è lui che guida la resistenza, sempre più dura, degli ucraini in inferiorità numerica contro i russi che avanzano. Ma non si tirerà indietro. E sa di non avere la certezza di sopravvivere alla fine di questa guerra.

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Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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