In una piazza gremita di bandiere dell’Ucraina, Papa Francesco lancia ancora il suo appello contro la “follia” della guerra. Dopo gli accorati messaggi lanciati in questi giorni, il Pontefice torna a rivolgere la sua supplica affinché “Tacciano le armi“; cintando anche la Costituzione Italiana, il Santo Padre ricorda come la guerra debba essere ripudiata da tutti i popoli della Terra.

Ad assistere all’Angelus di Piazza San Pietro, anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dalla Basilica di Santa Croce; il Capo dello Stato italiano, che in queste ore drammatiche si è unito all’appello del Papa, ha voluto assistere alla preghiera del Pontefice proprio dalla Basilica di Firenze, dove si è recato per presiedere all’Incontro dei Vescovi e dei Sindaci al forum Mediterraneo frontiera di pace; meeting del quale la guerra in Ucraina è stata tema centrale.

L’appello del Pontefice contro la guerra

Non potendo presenziare alla Messa conclusiva dell’Incontro Mediterraneo a Firenze, per un accentuarsi del suo problema al ginocchio, Papa Francesco non ha desistito dall’incentrare la sua preghiera, che giunge come una supplica, contro la guerra che sta colpendo l’Ucraina. Anche in occasione dell’Angelus del 27 settembre, dopo aver già lanciato i suoi appelli nei giorni scorsi, il Pontefice torna a parlare della drammatica situazione che incombe ancora in queste ore. “In questi giorni siamo stati sconvolti da qualcosa di tragico: la guerra“. Abbiamo pregato più volte affinché questa strada non venisse imboccata, come dice il Papa, che oggi chiede di non smettere di pregare.

Rinnovando a tutti l’invito di fare del 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, una giornata di digiuno e preghiera per la pace in Ucraina, il Pontefice non nasconde il suo cuore straziato. Sentirci tutti fratelli ed implorare a Dio la “Fine della guerra“. “Chi fa la guerra dimentica l’umanità – ricorda Papa Francesco – non guarda alla vita concrete delle persone, ma mette davanti a tutto interessi da parte e di potere; si affida alla logica diabolica e perversa delle armi“. La guerra, ricorda il Pontefice, si distanzia dalla gente comune che vuole la pace e che in ogni conflitto rimane la vittima più colpita: “Che paga sulla propria pelle le follie della guerra“. Un pensiero agli anziani, alle mamme in fuga con i loro bambini, a tutti i rifugiati che cercano la pace; “Sono fratelli e sorelle per i quali è urgente aprire corridoi umanitari“. E ricordando le guerre che ci sono nel mondo, Yemen, Siria, Etiopia, il Santo Padre ripete: “Tacciano le armi“.

L’Angelus di Papa Francesco

Nella preghiera che precede l’Angelus odierno Papa Francesco invita a riflettere, attraverso le parole di Gesù, sul nostro sguardo e sul nostro parlare. Nel Vangelo di oggi, infatti, il Signore invita a riflettere su come sia più facile guardare “La pagliuzza nell’occhio del fratello, senza accorgerci della trave che è nel nostro occhio“. Pensiero che, come specifica il Santo Padre, consiste nel prestare molta attenzione ai difetti degli altri senza concentrarci veramente sui nostri; “Troviamo sempre motivi per colpevolizzare gli altri e giustificare noi stessi“. Ma concentrarsi sugli errori, i difetti, le incongruenze della società, così come della Chiesa, non stimola il cambiamento; poiché, come ricorda il Pontefice: “Ogni cambiamento positivo deve nascere da noi stessi“.

Se non guardiamo a noi stessi: “Il nostro sguardo è cieco; e se siamo ciechi non possiamo pretendere di essere guide e maestri degli altri. Un cieco non può guidare un altro cieco“. Ma solo “ripulendo” il nostro sguardo e riconoscendo le nostre miserie, guardando dentro di noi, possiamo accedere alle “Porte della Misericordia” e guardare gli altri come fa Gesù: non attraverso il male, ma il bene. “Gesù non vede in noi degli sbagli irrimediabili, ma vede dei figli che sbagliano“; l’ottica cambia, perché Dio distingue sempre la persona dai suoi errori ed è sempre disposto a salvarla. “Dio perdona sempre e ci invita a fare lo stesso“.

Dallo sguardo alle parole

Dopo lo sguardo il Signore ci invita a riflettere sulla parola: sul nostro parlare; “La bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda“. Del resto, come sottolinea Papa Francesco, questo è vero, poiché da come una persona parla: “Ti accorgi subito di quello che ha nel cuore“. Tuttavia questo non ci arresta dall’usare, spesso, le nostre parole in maniera superficiale: “Ma le parole hanno un peso; ci permettono di esprimere pensieri e sentimenti, di dare voce alle paure che abbiamo e ai progetti che intendiamo realizzare“.

La parola e sempre un’arma a doppio taglio, se da un lato permette di esprimerci, dall’altro ci consente di alimentare pregiudizi; “Alzare barriere, aggredire e perfino distruggere: con la lingua possiamo distruggere i fratelli“. Il pettegolezzo, infatti, è in grado di fare molto male, così come la calunnia; come ricorda Papa Francesco, al giorno d’oggi con il mondo digitale: “Le parole corrono veloci, ma troppe veicolano rabbia ed aggressività e alimentano notizie false; approfittano delle paure collettive per propagare idee distolte“. E importante usare parole che esprimano solidarietà, mitezza, conforto, soprattutto in un periodo storico come quello che stiamo vivendo; ed alla luce di questo che il Santo Padre invita a non “Inquinare il mondo spargendo veleni“.

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