Sono cominciati attorno alle 11:30 ora italiana di oggi 28 febbraio i negoziati in Bielorussia fra le delegazioni dell’Ucraina e della Russia. I colloqui avvengono in una località segreta al confine fra Bielorussia e Ucraina, non lontano da Chernobyl (Ucraina), nell’area del fiume Pripyat. Nel frattempo, però, la Russia annuncia che sarà in grado di “compensare i danni” dovuti alle “pesanti sanzioni” dopo l’attacco in Ucraina. Lo fa sapere il Cremlino, che ha sottolineato come il presidente Vladimir Putin “si stia concentrando sulla risposta economica alle sanzioni“.

Cosa chiede l’Ucraina

L’Ucraina chiede il “cessate il fuoco immediato” e il ritiro delle truppe russe. “Le prossime 24 ore saranno cruciali per l’Ucraina“, ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in una conversazione telefonica con il premier britannico, Boris Johnson. E ha aggiunto di avere avuto anche una conversazione telefonica con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Zelensky ha esortato i soldati russi a deporre le armi. “Il Governo ucraino – ha fatto sapere l’Unione europea – sta preparando la richiesta ufficiale per aderire all’Unione. Ciò vuol dire che la Commissione dovrà prendere una posizione ufficiale“. Poche ore fa, infatti, il presidente Zelensky ha fatto sapere di volere chiedere l’adesione immediata alla Ue.

La guerra non si ferma

Quella appena trascorsa è stata la quinta notte di guerra in Ucraina, dove hanno risuonato le sirene d’allarme, mentre si susseguivano esplosioni, incendi e fughe nei rifugi. Attacchi segnalati su Kiev e Kharkiv, tutti respinti secondo fonti ucraine. Un missile russo – scrivono i media ucraini – avrebbe colpito un condominio, un asilo e un negozio nel centro di Chernihiv. Dal canto suo la Russia denuncia bombardamenti a attacchi da parte dell’Ucraina nei territori delle repubbliche separatiste del Donbass. “I peggiori degli ultimi mesi“, li definiscono fonti russe, “con vittime civili e infrastrutture danneggiate“.

Svizzera, svolta storica

Anche la Svizzera, intanto, si appresta a colpire la Russia con una serie di sanzioni, adeguandosi a quelle decise dalla Ue. Lo ha annunciato il presidente della Confederazione Ignazio Cassis, parlando ai microfoni del canale francese della tv pubblica. Cassis ha definito “molto probabile” che Berna blocchi una serie di beni che cittadini russi detengono nella confederazione. Si tratta di una svolta per certi versi storica. La Svizzera da un lato rompe la sua tradizionale neutralità di fronte alle guerre (fu neutrale anche nella seconda guerra mondiale davanti al nazismo). E dall’altro copre una ‘falla’ che avrebbe potuto aprirsi nella morsa finanziaria che l’Occidente ha deciso di stringere attorno a Mosca.

Da Mosca a San Pietroburgo non cessano le proteste di molti russi contro la guerra di Putin

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