La cosiddetta guerra ibrida di cui i russi sarebbero maestri – fatta non solo di armi ma anche di attacchi informatici, oltre che di interventi stranieri sulle elezioni in un paese nemico – sembra ritorcersi contro Mosca.

Mentre infuria la guerra in Ucraina crescono, infatti, gli attacchi degli hacker contro siti delle istituzioni, delle banche, delle infrastrutture di collegamento (come le ferrovie) in Russia ma anche in Bielorussia. Non c’è però soltanto questo aspetto.

Di oggi 1 marzo è la notizia, riportata dal The Kyiv Independent, che “lUcraina conduce con successo il test del sistema Internet satellitare Starlink di SpaceX. Le velocità hanno raggiunto oltre 200 megabit al secondo. Il CEO di SpaceX @elonmusk ha fornito all’Ucraina il sistema per assicurarsi che le forze russe non siano in grado di interrompere la connettività Internet dell’Ucraina.

Equipaggiamento Starlink (di Elon Musk) giunto in Ucraina. Foto Twitter @FedorovMykhailo

Musk e il cyber fronte della guerra in Ucraina

Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, ha risposto positivamente, sabato 26 febbraio all’appello rivoltogli dal ministro ucraino per la Trasformazione digitale, Mykhailo Fedorov. L’Ucraina – aveva dichiarato il ministro di Zelensky – sta creando un “esercito informatico per “continuare la lotta sul cyber fronte” contro la Russia che bombarda l’Ucraina. Così, in risposta agli appelli lanciati dallo stesso Fedorov, Elon Musk ha aperto il suo servizio Internet satellitare a banda larga Starlink. Su Twitter l’imprenditore americano aveva spiegato che “il servizio Starlink è ora attivo in Ucraina. Altri terminal sono in arrivo“. La richiesta nasceva dai crescenti problemi di comunicazione via Internet registrati in Ucraina dopo l’invasione russa. La Starlink di Musk gestisce una costellazione di oltre 2mila satelliti che garantiscono l’accesso a Internet a livello planetario, in modo indipendente dalle connessioni terrestri.

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Anonymous, lotta contro Putin

Alla guerra sul terreno in Ucraina, fatta di bombardamenti e spari, si affianca dunque quella cibernetica. Alcuni siti web governativi russi sono diventati inaccessibili e Anonymous, gruppo internazionale di pirati informatici, ha rivendicato gli attacchi con un messaggio su Twitter, già nei giorni scorsi. “Stiamo conducendo operazioni per mantenere offline i siti web governativi .ru e per far arrivare ai russi l’informazione. Affinché possano liberarsi della censura del regime di Putin. Stiamo anche conducendo operazioni per mantenere il più possibile la gente online“. In un altro tweet il collettivo afferma: “Rispettiamo i russi che si stanno sollevando contro il proprio governo. Siete noi e siamo voi!“.

Zuckerberg con l’Ucraina

Ma non c’è solo Anonymous a prendere posizione contro Mosca. Anche Meta, il gruppo di Mark Zuckerberg che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp, ha annunciato il proprio sostegno all’Ucraina, secondo quanto riferisce Kiev, “bloccando fake news e limitando la diffusione della disinformazione“. “Questa decisione aiuterà l’Ucraina nella sua resistenza contro il terrorismo dell’informazione del nemico e rafforzerà la sicurezza nazionale“, ha aggiunto il Governo di Zelensky su Telegram.

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Facebook censurato in Russia

La Russia ha già limitato l’accesso a Facebook dal 25 febbraio. E ha accusato il social network americano di censurare i media russi e di violare i diritti umani e dei cittadini russi. Meta ha affermato che la Russia ha deciso di limitare l’accesso a Facebook perché il social network “ha rifiutato di rinunciare al fact checking” come richiesto da Mosca. “I cittadini russi stanno utilizzando le nostre app e vogliamo che continuino a far sentire le loro voci, che possano ancora condividere contenuti e organizzarsi“, ha scritto in una nota Nick Clegg, manager di Meta.

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