Continuano gli effetti delle sanzioni occidentali sullo sport in generale, dopo calcio e tennis ora tocca agli atleti paralimpici russi e bielorussi ad un passo dall’edizione invernale di Pechino 2022. All’esatto opposto, l’allentamento dell’epidemia da Coronavirus in Europa potrebbe sancire il clamoroso ritorno in campo anticipato di Djokovic, lo sportivo più famoso antivaccino.
Mai come in questo momento lo sport è politica, quasi quanto fino a poco tempo si era intrecciato con i temi della salute e della vaccinazione. Ma vediamo cosa è successo nelle ultime ore. Chi potrà tornare a gareggiare nella propria disciplina – Novak Djokovic – e chi no: i paralimpici russi e bielorussi. Siamo in uno momento assai particolare per lo sport nel mondo minato da due anni di pandemia e tutte le sue restrizioni, vaccini compresi, e ora toccato in pieno dalla guerra.

Russi e bielorussi esclusi dalle Paralimpiadi di Pechino

Oggi le Palimpiadi invernali al via a Pechino non vedranno atleti russi e bielorussi ai nastri di partenza. Dopo quanto accaduto con la Nazionale di calcio e le squadre di club. Lo ha stabilito il massimo livello del Comitato Paralimpico internazionale (Ipc), prendendo posizione sulla guerra. Solo ieri lo stesso Ipc aveva dato l’ok alla partecipazione, ma – come accaduto nel caso della squalifica per doping proprio ai russi – sotto la bandiera neutrale. Poche ore dopo il dietrofront; una nuova “riunione appositamente convocata”, si legge in una nota che scandisce: “il cda dell’Ipc ha deciso di rifiutare le iscrizioni agli atleti russi e bielorussi per le Paralimpiadi di Pechino“.

Il n.1 dell’organismo Andrew Parsons è netto: ​“I vostri governi hanno deciso di violare la tregua olimpica. Siete vittime delle azioni dei vostri governi“. La richiesta di un provvedimento in tal senso si era levata da numerosi comitati olimpici nazionali che avevano ventilato anche un possibile boicottaggio. “Garantire la sicurezza e la protezione degli atleti è di fondamentale importanza per noi e la situazione nei villaggi degli atleti è ora diventata insostenibile”. Ha continuato Parsons nella dichiarazione alla stampa: “Per preservare l’integrità di questi Giochi e la sicurezza di tutti i partecipanti, abbiamo deciso di rifiutare le iscrizioni degli atleti di Russia e Bielorussia“. Sono 83 gli atleti paralimpici direttamente interessati da questa decisione. Il timore maggiore, se russi e bielorussi fossero rimasti era il rischio di un ritiro massivo delle altre nazioni, arrivando ad invalidare i giochi stessi.

Con le notizie dal fronte russo-ucraino le notizie relative alla diffusione del Covid sono passate inevitabilmente in secondo piano. Ma ieri il governo francese ha annunciato la firma del provvedimento che decreta dal prossimo 14 marzo la sospensione dell’utilizzo del Green Pass. Finisce quindi l’era del certificato digitale legato allo status vaccinale o alla guarigione da Covid-19. E torna subito alle cronache sportive Novak Djokovic. Proprio l’attuale n.2 del tennis mondiale che per la sua determinazione nel dire no al vaccino obbligatorio, è stato espulso dall’Australia, costretto a rinunciato a giocare il major australiano in cui era campione in carica. Si è sottoposto ad un’incredibile detenzione e ad un processo contro il governo australiano, di cui capiremo tutte le conseguenze – se ve ne saranno altre – probabilmente il prossimo anno al suo rientro nel paese.
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