Dopo la preghiera dell’Angelus di domenica 13 marzo, Papa Francesco lancia il suo appello contro la guerra in Ucraina. “In nome di Dio, vi chiedo, fermate questo massacro“; così il Santo Padre esprime tutta la sua sofferenza per le vittime del conflitto e allo stesso tempo chiede che vengono aperti i negoziati.

In occasione della Preghiera dell’Angelo della seconda domenica di Quaresima, Papa Francesco, dopo essersi soffermato sul Vangelo presentato dalla Liturgia odierna, rivolge ancora la sua accorata richiesta di “Cessate il fuoco” in Ucraina. Dopo i numerosi messaggi lanciati dall’inizio del conflitto, il Santo Padre non arresta la sua supplica e chiede di posare le armi e aprire i negoziati per trovare la pace.

Partendo dalla riflessione che passa dalla Trasfigurazione di Gesù, dopo l’Angelus il Pontefice ritorna al messaggio che aveva espresso anche nei suoi ultimi post su Twitter. Chiede a tutti di pensare alle vittime innocenti, alle madri, ai bambini, a tutti coloro che si trovano travolti dalla guerra e che, per nulla al mondo, l’avrebbero voluta.

Il Vangelo della Trasfigurazione

Nella seconda domenica di Quaresima, in occasione dell’Angelus domenicale, Papa Francesco non riesce a nascondere il dolore per il conflitto che sta colpendo l’Ucraina. E benché, come ogni settimana, il Pontefice fa scaturire la sua riflessione dal Vangelo odierno, non può fare a meno di tornare a parlare della guerra alla fine della sua preghiera. In questa domenica 13 marzo le Scritture affrontano il momento della Trasfigurazione di Gesù. Il Signore, mentre prega su un alto monte, cambia d’aspetto contornandosi di luce sfolgorante; in quel momento appaiono Mosè ed Elia che parlano della Pasqua che attende Gesù, ovvero della sua Passione. Ma quello su cui il Santo Padre rivolge la riflessione, in merito a questo evento mistico, è l’atteggiamento degli Apostoli.

Lodovico Caracci, Trasfigurazione Gesù Cristo (1595)

Come sottolinea il Pontefice,  in uno dei momenti più importanti del Vangelo, Pietro, Giovanni e Giacomo, che avevano accompagnato Gesù sul monte, dormono. “Il sonno dei tre discepoli appare come una nota stonata“; se si tiene presente che si addormentarono anche, durante la preghiera angosciata di Gesù, nel Getsemani. “Stupisce questa sonnolenza in momenti tanti importanti“; tuttavia, i discepoli – come vuole precisare Papa Francesco – si assopiscono mentre il Signore è in preghiera, quindi prima della Trasfigurazione. Questo fa pensare che la preghiera di Gesù fosse intensamente lunga e che Pietro, Giovanni e Giacomo non riuscissero a trattenere la stanchezza. Dunque quella sonnolenza, che da un lato potrebbe sconvolgerci, non è altro che un aspetto umano; un aspetto che tocca chiunque non riesce a trovare la concentrazione di dedicarsi alle cose importanti, dopo le giornate faticose.

La sonnolenza umana dei discepoli

Vorremmo essere essere più svegli, attenti, partecipi, non perdere occasioni preziose, ma non ci riusciamo o ci riusciamo poco“; e accendendo questa riflessione Papa Francesco rivela come il periodo della Quaresima corrisponda con il momento in cui: “Dio vuole svegliarci dal letargo interiore“. E come i discepoli che furono ridestati dalla luce, durante la Trasfigurazione di Gesù, ciascuno può essere risvegliato da quella stanchezza che non permette di essere sé stessi a pieno.

È necessario superare la stanchezza del corpo per dedicarsi anche agli altri; e mai come in questo momento in cui tante fratelli soffrono a causa della guerra è importante svegliarsi dalla sonnolenza. “In questo tempo di Quaresima ci farà bene non spegnere la luce della stanza senza prima metterci alla luce di Dio – suggerisce il Santo Padre – diamo la possibilità al Signore di sorprenderci e ridestarci il cuore“.

Il messaggio per l’Ucraina dopo la preghiera dell’Angelus

Dopo aver recitato la preghiera dell’Angelus e aver concesso la sua Solenne Benedizione in Piazza San Pietro, Papa Francesco rivolge ancora la sua accorata supplica per l’Ucraina. “Davanti alla barbarie di uccisioni di bambini, di innocenti e di civili inermi, non ci sono ragioni strategiche che tengano; c’è solo da cessare l’inaccettabile aggressione armata, prima che riduca le città a cimiteri“.

Con voce sommessa e senza nascondere la sofferenza per quello che sta accadendo in Ucraina, il Santo Padre aggiunge: “Con il dolore nel cuore unisco la mia voce a quella della gente comune che implora la fine della guerra. In nome di Dio si ascolti il grido di chi soffre e si ponga fine ai bombardamenti e agli attacchi. Si punti decisamente sul negoziato e i corridori umanitari siano effettivi e sicuri. In nome di Dio, vi chiedo, fermate questo massacro. E con questo grido, il Papa chiede di accogliere tutti i rifugiati e conclude la sua riflessione con un lungo minuto di silenzio per tutte le vittime della guerra.

LEGGI ANCHE: Angelus 27 febbraio, Papa Francesco e l’appello per l’Ucraina “Chi fa la guerra dimentica l’umanità”