Nato a Correggio il 13 marzo del 1960 Luciano Ligabue, con oltre 34 anni di carriera alle spalle, compie 62 anni; una vita, quella dell’artista che si può definire, proprio come uno dei suoi più grandi successi targati 1997, Tra palco e realtà. Un mito per alcune generazioni e una canzone da urlare contro il cielo per altri.

Luciano Ligabue, che per i fan è semplicemente Liga, rappresenta quella parte di artisti che, senza dubbio, si possono annettere tra i cantanti che hanno scritto una fetta importante della storia della musica italiana. Con la sua voce roca, con gli accordi della sua chitarra, con il suo tono leggero in grado di cantare la vita, ma anche la morte, l’amore, ma anche il dolore; il bisogno di essere sé stessi e la bellezza di amare qualcuno fino in fondo, fino a sentirlo “dentro tutte le canzoni, In un posto dentro che so sempre io“.

Cantautore, chitarrista, regista, scrittore, sceneggiatore e produttore discografico italiano, ma prima di tutto rocker ed interprete della vita; nei suoi testi ha parlato di prostitute, di amanti, di libertà, di semplicità, di amicizia, di sentimenti e di quella voglia motta di urlare contro il cielo perché “Certe luci non puoi spegnerle“.

Da Luciano Riccardo Ligabue a Liga

Luciano Ligabue, o semplicemente Ligabue, è tra gli artisti italiani che vantano una carriera fatta di successi, premi, sold-out, stadi in visibilio; ma è una storia fatta anche di tanta gavetta e di tanti sacrifici. Il cantante di Correggio, infatti, tra un accordo di chitarra ed un altro ha vissuto i suoi primi anni, prima della scalata al successo, dividendosi tra vari e disparati lavori. Il suo primo singolo è del 1978: Cento lamponi, ma la prima canzone ufficiale sarà del 1988, anno in cui incide con la sua band Orazero il singolo Anime in Pexiglass/Bar Mario. Con questo brano Liga vincerà un concorso musicale locale: Terreno Rock. Ma è il 1990 quando registra il suo primo disco con il quale Liga vince ben 5 dischi di platino.

Nell’album dal titolo Ligabue sono presenti testi diventati memorabili; canzoni che narrano il desiderio di uscire fuori dal senso di inadeguatezza, dal bisogno di vivere le proprie attitudini e superare l’incertezza e l’instabilità data dalla vita. Balliamo sul Mondo, Bambolina e Barracuda, Non è tempo per noi che è una sorta di manifesto autobiografico nel quale Liga ammette che i tempi non concedono sempre di vivere i propri sogni; ma che comunque bisogna sempre lottare per essi. E poi c’è Piccola Stella Senza Cielo; brano del quale il cantante di Correggio ha affermato: “È un sentimento comune a molte ragazze che vorrebbero permettersi il lusso di essere anche ingenue e di poter credere nella potenza di un sentimento; senza doversi preoccupare della vulnerabilità che questo comporta“.

Dalla crisi alla consacrazione

Il 1991 è la volta di Lambrusco coltelli rose & pop corn; album che oltre a confermare i cinque dischi di platino contiene quell’inno alla vita e quel desiderio di riscatto. Salviamoci la pelle, perché comunque vada è la nostra e ci resta solo quella; Urlando contro il cielo, perché finché questo cuore non ci creperà comunque saremo sempre qua. Successi anno dopo anno e premi che dipingono una carriera memorabile. Nel 1993 il suo terzo album Sopravvissuti e sopravviventi; con esso vince quattro dischi di platino, ma tuttavia trova le critiche delle radio. L’album, difatti, sembra non raggiungere lo stesso successo degli album precedenti; ad eccezion fatto Ho messo via.

Sicuramente questo periodo rappresenta un senso di crisi per il cantante; ma l’apparente difficoltà dura solo per un paio di anni. Infatti, dopo l’uscita nel 1994 di A che ora è la fine del mondo? il 1995 è la volta di Buon compleanno Elvis, disco che lo porterà a raggiungere una popolarità musicale incredibile. L’album, infatti, contiene brani che diventeranno dei veri e propri cult musicali; uno tra tutti Certe notti, con il quale Ligabue vince una Targa Tenco. Nel 1997 esce il suo primo disco dal vivo e la raccolta Fuori e dentro il borgo; una raccolta di 43 racconti che concedono a Ligabue i premi Elsa Morante e Città di Fiesole. Nel 1999, dopo una breve pausa dalla musica, torna con Miss Mondo.

Raccontare la vita

Ogni album contiene testi carichi di significato, di racconti, di vita vissuta che passano per Bar Mario e arrivano a Lettera a G. o Il giorno di dolore che uno ha, nei quali Ligabue affronta anche l’intimo dolore per la perdita di una persona cara. Ligabue con delicatezza ci racconta quanto sia umana la sofferenza; perché dopotutto al di là di quanto si possa essere famosi, apprezzati, stimati “nessuno mai è pronto quanto c’è da andare via“. E la capacità di trasmettere e raccontare sentimenti vivi e profondi rimane anche nei brani che inneggiano alla vita, come A modo tuo scritto per la cantante Elisa, in cui augura alla figlia di crescere, sbagliare e vivere sempre a modo suo.

Un cantante che ha collezionato successi grandiosi; nel 2000 riceve un riconoscimento importante a Bruxelles: il disco di platino europeo; premio concesso agli artisti europei e ottenuto per aver venduto oltre il milione di copie. Nel 2005 pubblica Nome e cognome, rendendosi protagonista di uno dei più grandi concerti della storia della musica a Campovolo; oltre 165mila spettatori per un record europeo raggiunto da un artista singolo. E da allora, tra sperimentazione, novità e ritorno alle radici Ligabue non si è mai fermato. Nel 2010 arriva Arrivederci, mostro! seguito da Mondovisione e Giro del Mondo. Poi è la volta di Made in Italy e di Start fino ad arrivare a 77 e nel 2021 77+7. Ligabue per chi (come me) ha amato le sue canzoni dalla prima all’ultima è un idolo. Ma forse anche per i ‘non fan’ un insegnamento può arrivare comunque: quando credi di essere nato con una vita da “mediano” non devi mai stancarti di stare sempre e comunque “lì nel mezzo. Finché ce n’hai stai lì.  Stai lì. Sempre lì“.

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